C’è ancora speranza per i 116 operai della Baritech, dopo la presentazione della terza manifestazione di interesse torna un moderato ottimismo anche dalle sigle sindacali. Si tratta di una singola società, del nord Italia, che rileverebbe lo stabilimento e assumerebbe i dipendenti per proseguire l’attività nello stesso settore.
Questo significa accorciare i tempi per rimettere in moto la fabbrica che, al momento, è stata svuotata anche dei macchinari. Una buona notizia che ora dovrà essere seguita da atti che concretizzino la proposta. La società si è detta interessata già dallo scorso settembre a rilevare stabilimento e ricollocare il personale ma che le lungaggini hanno finito col far perdere interesse a una delle due che componevano il consorzio.
Tuttavia, anche se rimasta sola, la società interessata ha deciso di farsi avanti, forte di commesse per avviare l’attività e della disponibilità finanziaria per far fronte all’offerta da 4,1 milioni di euro già sul piatto, con il preliminare sottoscritto da Baritech e Conserva Logistics. Servono 2 milioni e mezzo per i trattamenti di fine rapporto degli operai mentre la cassa integrazione potrebbe non essere necessaria per un altro anno.
Nelle intenzioni del progetto, infatti, gli operai verrebbero già assunti per rimettere in piedi la produzione, sfruttando all’occorrenza, magari, la possibilità di una cassa integrazione per riorganizzazione aziendale, in attesa di tornare a pieno regime.
Differenti ma tutte orientate a un cauto ottimismo le reazioni. Il presidente del comitato regionale per le crisi occupazionali, Leo Caroli, che ha condotto tutte le riunioni del tavolo dedicato alla vertenza, mette in chiaro un aspetto: «Noi non facciamo il tifo per questa o per quella manifestazione. Di concerto con il presidente Emiliano, l’obiettivo del tavolo è sempre stato quello della messa in sicurezza dei lavoratori e su questo siamo fermi».
Appuntamento a venerdì, termine fissato da Caroli per ricevere le proposte formali, così da poter scongiurare la fine della cassa integrazione dei lavoratori, prevista per il 31 dicembre. «Non è più il tempo delle parole ma è quello delle proposte vincolanti, fatte di progetto industriale e capacità finanziaria». Nei prossimi giorni potrebbero concretizzarsi altre due proposte, visto che ci saranno due sopralluoghi nello stabilimento e Caroli rivela: «Qualora ci fossero altri soggetti interessati non esiterei a convocare altre sedute del tavolo ma il tempo stringe e bisogna fare presto».
«Buona notizia – esordisce Pino Anaclerio, segretario generale Femca Cisl Bari – che apre a nuovi scenari per i lavoratori. Ora attendiamo di leggere nero su bianco la proposta perché da parte dei sindacati c’è la massima disponibilità a stringere un accordo quanto prima, nell’interesse degli operai. La nostra preferenza – conclude Anaclerio – è dettata solo dall’attenzione ai livelli occupazionali».