È approdata ieri in Commissione regionale Lavoro la vertenza Baritech alla presenza dell’aziende, dei sindacati e del direttore della task force Leo Caroli. La novità emersa dopo la discussione è che per il salvataggio dei 118 posti di lavoro a rischio, la Commissione ha deciso di sottoscrivere un documento, con la prima firma della presidente Loredana Capone, per «chiamare a raccolta tutti i parlamentari pugliesi nel tentativo di chiedere l’intervento del Ministero» e «perché valutino la presentazione di un emendamento alla Finanziaria che rifinanzi almeno i quattro mesi mancanti di cassa integrazione che scadrà il prossimo 31 dicembre».
La Baritech, dopo una riconversione industriale, da qualche anno produce componenti per mascherine e di recente ha annunciato la chiusura. Ieri il procuratore della Baritech, dottor Cipriani, ha chiarito che la situazione di stallo è dipesa dall’assenza di una manifestazione d’interesse concreta da parte dei tanti gruppi in corsa per la reindustrializzazione del sito nella periferia di Bari. In particolare ci sarebbe un solo compratore (una cordata del Nord del settore metalmeccanico) interessato chiamato a formulare una proposta concreta entro giovedì prossimo al fine di scongiurare la perdita della cassa integrazione da parte del personale licenziato prevista per il 15 dicembre.
Di tutt’altro parere il direttore della task force lavoro Leo Caroli che in Commissione ha ricostruito l’attività svolta insieme alla Regione Puglia. «In questi ultimi mesi – ha spiegato Caroli – abbiamo presentato a Baritech ben 12 aziende locali, nazionali e internazionali, fra cui un gruppo turco e uno olandese, interessati a rivelare l’attività e i vari rami d’azienda. A ogni manifestazione d’interesse, però, la Baritech nicchiava senza dare risposte». Un misterioso silenzio che poi, s’è scoperto legato a un preliminare di vendita firmato nei mesi scorsi dai vertici di Baritech con il gruppo Conserva. L’accordo prevede la cessione di un solo ramo aziendale con l’esclusione tassativa dei lavoratori per un importo di circa quattro milioni di euro.
L’unico spiraglio offerto da Baritech è che l’intesa verrà congelata fino alla prossima settimana in attesa di una proposta concreta da parte dell’ultima cordata che s’è fatta avanti. In realtà al subentro sono interessati da mesi almeno quattro soggetti fra cui una cordata legata alla logistica, il progetto più sostanzioso, che prevede un investimento di circa 25 milioni di euro per facilitare la distribuzione di farmaci nelle Asl pugliesi tagliando costi e perdite fisiche. Un’iniziativa pubblico-privata con un business plan già validato, ma alla quale misteriosamente la Regione Puglia non ha finora dato corso. Il tutto a danno dei lavoratori che ora rischiano davvero di restare col cerino in mano.