La Movida del quartiere Umbertino e i disagi a essa connessi sono arrivati in discussione a Palazzo di Città. Ieri pomeriggio si è tenuto un tavolo tecnico tra l’amministrazione e le associazioni di categoria del settore del commercio per elaborare delle proposte di autoregolamentazione per avviare soluzioni di contenimento della presenza di consumatori nelle adiacenze dei locali. L’obiettivo è quello di ridurre i rumori che recano disturbo alla quiete pubblica.
Diverse le proposte avanzate dal Comune agli esercenti, tra cui l’esposizione di cartellonistica informativa, un sistema di sorveglianza privata e la possibile chiusura di tutti i locali a un orario condiviso. L’Amministrazione ha inoltre annunciato che, in mancanza di proposte significative d parte dei proprietari degli esercizi commerciali, si riserva di procedere con un’ordinanza ad hoc per tutelare la vivibilità della città e dei residenti. All’incontro erano presenti il sindaco Antonio Decaro, l’assessora allo Sviluppo economico Carla Palone, il direttore generale della ripartizione Igiene e Ambiente, la polizia locale e le sigle di categoria Confcommefcio, Cna e Confartigianato oltre a una rappresentanza dei commercianti del quartiere Umbertino. I provvedimenti che verranno concordati saranno successivamente estesi anche in altri quartieri della città nei quali si ripropone il problema della movida selvaggia.
L’amministrazione sta cercando così di mettere fine al braccio di ferro eterno tra i residenti, che da anni lamentano i disagi legati alla folla di avventori che ogni sera sostano fuori dai locali e i proprietari degli stessi. Negli scorsi mesi i residenti del Comitato di salvaguardia del quartiere Umbertino erano stati costretti anche a presentare un esposto in procura per denunciare la situazione e cercare di arginarla. Di contro la polizia locale ha aumentato i controlli in zona e sono state emesse decine di multe ai locali sempre per la stessa motivazione: disturbo della quiete pubblica e diffusione di musica ad alto volume dopo la Mezzanotte.