Le richieste per il servizio offerto dalla mensa universitaria Cum all’interno del campus di via Amendola a Bari si scontrano con le carenze strutturali e l’inadeguatezza degli spazi messi a disposizione dall’Adisu. Al centro del caso scoppiato ieri dopo che il professor Roberto Bellotti ha condiviso sulle proprie pagine social una foto della lunga fila che si è formata all’esterno della mensa universitaria, vi è la mancanza di posti a sedere adeguati al numero di utenti che usufruiscono per il pranzo e per la cena del servizio di ristorazione.
In via Amendola, infatti, vi sono circa un centinaio di sedute a fronte di una richiesta giornaliera da parte di oltre mille studenti che afferiscono all’intero bacino del campus universitario. Non tutti coloro che scelgono la struttura per effettuare i propri pasti al Cum sono borsisti (utenti che hanno diritto a riduzioni o che possono mangiare gratuitamente). Tanti utenti – a loro dire – sono richiamati infatti dalla qualità del servizio dei pasti offerti e dai prezzi accessibili, difficilmente riscontrabili nei locali gestiti da privati delle vicinanze.
Il servizio di ristorazione è gestito dall’Adisu Puglia che dà la possibilità a tutti gli studenti universitari italiani e stranieri di accedere alle mense universitarie per consumare un pasto in un ambiente amichevole e vicino alle sedi dei corsi. Per le sole mense di Bari è attivo, inoltre, il servizio Infomense Telegram che mette a disposizione informazioni circa la geolocalizzazione delle mense più vicine, i menù del giorno (sia in inglese che in italiano), gli orari di apertura, le tariffe ed il numero dei pasti. Unendosi al canale gli utenti vendono inoltre costantemente aggiornati circa eventuali variazioni e comunicazioni riguardanti il servizio mensa.
Il Cum di via Amendola, va detto, non è l’unica sede disponibile in città: vi sono anche la mensa universitaria Fraccacreta in via Murat, la mensa Dell’Andro in via Camillo Rosalba (più grande rispetto a quella del Cum) e quella all’interno del Polipark del Policlinico. Scene come quelle riscontrate dal professor Bellotti in via Amendola non si sono mai verificate per le altre sedi, dove i posti a sedere messi a disposizione sono adeguati al numero degli utenti.