Bari, quartiere Catino: la strada per Bitonto è una discarica a cielo aperto – FOTO

La strada (o sarebbe meglio dire, le strade) che dal rione di Catino portano a Bitonto sono “ufficiosamente” la discarica collettiva di baresi e non. Ai margini di strada Catino, strada del Feudo, Strada Rotta La Capa, ma anche della Provinciale 91, si trova proprio di tutto: dai classici bustoni di plastica stracolmi di rifiuti fino ai piatti, ai mattoni, fino a divani e cucine.

Il territorio, da queste parti, è formato prevalentemente da aree agricole. In queste strade, alla periferia estrema del capoluogo, è già di per sé difficile trovare un’abitazione, figurarsi beccare qualche autista. Quei pochi che passano lo fanno o per recarsi nella vicina Bitonto o per fare “altro”. E, ahinoi, quest’ultimo caso coincide spesso con l’abbandono illegale di spazzatura. In linea generale, il momento migliore per beccare sul fatto gli artefici del “lancio del sacchetto” sono le ore serali. Alla fine della giornata, dai vicini quartieri di Bari, come Catino, San Pio, Santo Spirito, da Bitonto e dai comuni limitrofi, intere famiglie si organizzano per smaltire quei rifiuti che la raccolta differenziata imporrebbe di separare. Un’attività, evidentemente, troppo difficile da svolgere e alla quale si preferisce, in base a quanto testimoniano le immagine raccolte in questa lingua di terra, “l’accumulo indifferente”. Si, perché, aprendo una qualsiasi busta (lo abbiamo fatto), dentro si può trovare proprio di tutto: tovaglioli di carta, bicchieri di plastica assieme a pezzi di ceramiche, bomboniere di porcellana rotte, pannolini, assorbenti e siringhe. Il tutto, incorniciato nello splendido orizzonte di ulivi secolari ben coltivati (anche questo bisogna dirlo). A rendere più critica la situazione, sono però i campioni dei rifiuti speciali, quelli, cioè, che, per essere smaltiti, richiedono, per legge, modalità e tempestiche concordate con le aziende responsabili. Sulle strade da e per Bitonto, si trova davvero di tutto: divani, poltrone usurate dal tempo, pneumatici bucati, resti di autovetture, batterie esauste, monitor di computer, telefonini e quant’altro. Un mondo, verrebbe da dire, un mondo di spazzatura che provoca grande indignazione. Soprattutto in quelle persone, i residenti nelle vicinanze della bomba ecologica, che si impegnano a rispettare le regole. «Ogni sera è sempre la stessa storia- ci dice una signora a bordo di una delle poche macchine transitate in un’intera mattina – e certe volte, la quantità di rifiuti gettata è tale che il rumore si sente da casa». A Catino, i primi palazzi si trovano proprio all’imbocco della strada omonima, e non è difficile, soprattutto quando cala il buio, trovarsi sotto gli ochi i responsabili dell’osceno spettacolo, perché non è difficile capire cosa stiano facendo due fari d’auto fissi, in piena notte, su queste strade poco frequentate.

«Telecamere, telecamere, telecamere». È chiaro quella che, secondo i residenti, potrebbe essere un’utile soluzione per arginare il vizietto di baresi e non. Questa zona di Catino, a ridosso di Bitonto, sembra essere diventata il punto di ritrovo di quanti devono sbarazzarsi di rifiuti piccoli e non. Le foto-trappole potrebbero essere, quindi, una forma di deterrente? Certamente sì, ma solo per un popolo abituato a rispettare le regole solo su ricatto. Diverso sarebbe, invece, se a coltivare il senso di comunità, smettessero di essere i pochi e lo diventasse l’intera collettività. Ma la strada per questo, forse, è ancora troppo lunga. E speriamo che, almeno in questo caso, chi debba percorrerla, non getti nulla dal finestrino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version