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Bari, poche case e sfratti per morosità: riesplode l’emergenza abitativa

Sono pronti a protestare in silenzio davanti alla sede dell’assessorato al Patrimonio in via Archimede a Bari, i referenti del movimento di lotta per la casa. Martedì gli attivisti installeranno un banchetto all’ingresso degli uffici comunali per incontrare gli utenti che ogni settimana danno vita «a un vero e proprio pellegrinaggio per vedersi riconosciuto il…

Sono pronti a protestare in silenzio davanti alla sede dell’assessorato al Patrimonio in via Archimede a Bari, i referenti del movimento di lotta per la casa. Martedì gli attivisti installeranno un banchetto all’ingresso degli uffici comunali per incontrare gli utenti che ogni settimana danno vita «a un vero e proprio pellegrinaggio per vedersi riconosciuto il diritto alla casa e all’abitare, dovendo scontrarsi invece con muri e barriere, materiali e non, e l’indifferenza delle istituzioni preposte».

Sono sempre di più i nuclei familiari che entrano in emergenza abitativa, finendo sotto sfratto per morosità incolpevole, oppure per finita locazione. «Mentre assistiamo ad una triste campagna elettorale lontana anni luce dai problemi reali, la fetta di popolazione in condizioni di fragilità è in continuo aumento – spiegano dal movimento per la casa – Le misure messe in campo dal Comune di Bari per far fronte ad una polveriera pronta ad esplodere sono palesemente insufficienti, per non dire inesistenti».

E non bastano a tamponare il fenomeno nemmeno gli alloggi popolari esistenti, così come poco sollievo porteranno le nuove graduatorie di assegnazione. «Le case cosiddette di emergenza abitativa, sono esigue, e spesso in condizioni di oggettiva inabitabilità – attaccano ancora dal movimento – La nuova squilibrata “vena turistica” che la città sta conoscendo, sta producendo ondate di sfratti per finita locazione, dato che i proprietari di casa moltiplicano i profitti di rendita con le locazioni brevi. E come il libero mercato insegna, se l’offerta diminuisce e la domanda aumenta, lievitano sensibilmente i costi degli affitti, con interi quartieri che si stanno spopolando dei propri abitanti storici, deportati in estrema periferia o nei Paesi limitrofi, per trasformarsi in vetrine a consumo di un turismo usa e getta».

Una situazione per la quale «non solo il Comune di Bari non intende procedere con una minima regolamentazione delle strutture ricettive e delle locazioni brevi, come successo invece in altre città, ma nessun consigliere comunale, nessun assessore, nessun candidato oggi osa anche timidamente dichiarare pubblicamente che c’è un problema. Anzi. A rendere tutto ancora più difficile, la totale assenza di vere politiche di welfare da ormai tanti anni».

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