È di circa 1.784 unità la perdita di popolazione a Bari nel 2020, dovuta sia al calo delle nascite sia a una crescita dei decessi, aggravata ulteriormente dal Covid-19. Gli under 30 rappresentano il 27,5% della popolazione, a fronte del 30% costituito dagli over 60, con una netta prevalenza del genere femminile (52%) determinata anche da una maggiore longevità delle donne over 80 e un invecchiamento progressivo. Un andamento che ha orientato il potenziamento di azioni a sostegno della terza età anche attraverso il primo Piano sull’invecchiamento attivo e la non autosufficienza elaborato dall’assessorato al Welfare.
È quanto emerso, questa mattina, durante la presentazione del Piano sociale di zona e della Relazione sociale 2021 a Palazzo di Città.
La relazione, ha spiegato l’assessora comunale al Welfare, Francesca Bottalico, «è l’analisi del bisogni e dei risultati ottenuti in termini di coinvolgimento e fruizione dei servizi del welfare. Il nuovo Piano di zona nasce dall’analisi dei bisogni e dei nuovi investimenti che l’assessorato realizzerà in termini di interventi sociali. È il più grosso Piano sociale di zona, in termini di complessità ma anche di importi, mai previsto sulla città di Bari. Sono oltre 170 milioni di euro che verranno investiti nei prossimi anni e permetteranno continuità rispetto ai servizi forniti fino ad ora e anche una serie di azioni che vanno verso l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone», ha aggiunto.
Tanti i nuovi servizi pianificati, come gli Empori socio-sanitari per la terza età con screening e visite gratuite, gli empori farmaceutici per la distribuzione gratuita di farmaci e ausili, la sperimentazione di azioni di telemedicina, ma anche il co-housing per anziani e gli interventi diffusi per promuovere l’invecchiamento attivo (palestre sociali, teatro e arteterapia, digitalizzazione e informatica per la terza età, contrasto truffe digitali, consulenze psicologiche, ecc.).
L’analisi dei dati del 2021 del servizio di Segretariato sociale relativo alla raccolta di istanze presso gli sportelli diffusi su tutto il territorio ha permesso di monitorare la richiesta di 16.347 cittadini, in netto aumento rispetto al 2020 (+ 2.736), circostanza che attesta, inoltre, l’aumento di fiducia nelle istituzioni e la maggiore capacità di prossimità degli sportelli, rafforzati da presenza delle unità di strada, app e numero unico telefonico di accesso.
Gli utenti che hanno presentato effettiva richiesta dei servizi del welfare agli sportelli di Segretariato sociale sono stati 3.653 al netto della gestione emergenziale avviata attraverso piattaforme dedicate e avvisi pubblici. Un aumento significativo, che passa dagli 11.000 del 2018 agli oltre 16.300 nel 2021.
Le prestazioni fornite dal servizio sono state 3.653, al netto della gestione emergenziale avviata attraverso piattaforme dedicate e avvisi pubblici.
Tali dati si sommano alle richieste pervenute agli sportelli dei servizi della Porta unica di accesso (Pua) presso i distretti e a quelle inoltrate direttamente tramite avvisi pubblici e segretariato dei servizi pubblici di prossimità (PIS, segretariato sociale centri servizi per le famiglie, centri diurni, ecc.).
«Secondo i dati del Mef, a Bari il 21% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e, a questa fetta di persone, si aggiunge un 7,6% di popolazione a rischio. Sono numeri impressionanti, ai quali si aggiungono quelle povertà profonde, più intime e complesse, che spesso vengono rilevate in maniera indiretta dai nostri sportelli e servizi, come nel caso delle solitudini, del disagio psicologico, delle violenze, delle forme di isolamento e depressione che mai come in questo momento stanno toccando tutti, a cominciare dagli adolescenti. Bisogni che richiedono un lavoro a tutti i livelli, sociale, educativo, economico, socio-sanitario e culturale, con una programmazione politica lungimirante e coraggiosa, che investa sulle connessioni tra pubblico e privato e favorisca la crescita e la tutela professionali di chi opera quotidianamente nella cura», ha concluso Bottalico.