Procedono speditamente i lavori di demolizione dei vecchi edifici e degli alberi che sorgono sull’area che ospiterà i nuovi uffici giudiziari di Bari, in un complesso con tanto di parco che occuperà una superficie di circa 15mila metri quadrati nel cuore del quartiere Carrassi, iniziati lo scorso 22 maggio.
Negli scorsi giorni gli operai hanno iniziato ad abbattere proprio i 178 alberi “della discordia” che, per i comitati contrari al progetto della Cittadella giudiziaria, sarebbero diventati negli anni la dimora di diverse specie protette di animali e uccelli. Per questo il loro abbattimento rischierebbe di incidere negativamente sull’avifauna del comprensorio.
Ma le proteste dei comitati ambientalisti e dei residenti, che negli ultimi anni hanno presentato diversi ricorsi contro il progetto del Parco della Giustizia, non sono bastate a fermare i lavori. L’ultimo ricorso è arrivato meno di una settimana fa, quando il comitato “Per un parco verde di quartiere alle ex caserme Capozzi e Milano” si è appellato nuovamente al Tar della Puglia per chiedere, questa volta, l’annullamento della deliberazione della conferenza di servizi che ha approvato la variante urbanistica necessaria per la realizzazione del progetto. In attesa che i giudici si esprimano anche su questo ricorso, già nel 2022 il Tar aveva dichiarato inammissibile il ricorso degli ambientalisti per “carenza di interesse”. Decisione confermata anche dal Consiglio di Stato con le stesse motivazioni. Gli ambientalisti continuano a insistere sul danno ecologico ma intanto il cantiere va avanti.
L’opera nasce dalla collaborazione tra diverse istituzioni nazionali, in particolare il Ministero della Giustizia e l’Agenzia del Demanio e si configura come il tentativo di risolvere l’annoso problema dell’edilizia giudiziaria barese, soprattutto dopo che il tribunale di piazza Enrico de Nicola è stato dichiarato inagibile. Il Parco della Giustizia, dal valore complessivo di 405 milioni di euro, si pone l’obiettivo di far rivivere una porzione di città ad oggi sottoutilizzata, ma dalle grandi potenzialità.
Oltre alle quattro strutture che sorgeranno per ospitare gli uffici giudiziari, il progetto triplica l’area destinata al verde, fino ad arrivare a oltre 10 ettari, con all’interno un lago artificiale che coprirà una superficie di quasi un ettaro. Per quanto riguarda, invece gli edifici veri e propri, la prima pietra dovrebbe essere posata nel 2024, mentre il primo lotto, se le scadenze verranno rispettate, sarà pronto nel 2026.