«Almeno ora il treno diretto c’è: siamo un Paese libero, se uno vuole arrivare da Bari fino a Napoli senza cambiare treno può farlo, altrimenti no». È questa la risposta che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dato dopo avergli fatto notare che il nuovo collegamento ferroviario Bari-Napoli ci impiega più tempo e costa di più di quello vecchio e dei collegamenti su gomma. Una risposta che lascia sgomenti, ma che, a medaglia rovesciata, potrebbe rappresentare anche un’arma a doppio taglio per l’intera Lega: senza una visione di lungo raggio sui progetti di modernizzazione delle infrastrutture, rischia l’irrilevanza nel Mezzogiorno.
Nonostante il paradosso di un treno che nel 2023 impiega oltre quattro ore per percorrere poco meno di 300 chilometri, emblema di un Paese che viaggia a due velocità, per Salvini l’Italia «sta correndo», come dimostrerebbero i «40 miliardi di euro da investire», sul tavolo del Ministero. «La Puglia, come l’Italia, nei prossimi anni potrà vivere una rivoluzione infrastrutturale come quella che visse nel Secondo Dopoguerra – ha aggiunto il leader del Carroccio – Basta che prevalgano i sì sui no: le persone dicano i loro no ma non vengano a fermare i lavori». Prioritario, per i collegamenti ferroviari pugliesi, rimane il progetto dell’Alta velocità, «due ore da Bari a Napoli, tre ore da Bari a Roma», ha puntualizzato il ministro. Ma non solo Alta velocità. «L’80% dei passeggeri viaggia sugli Intercity – ha aggiunto Salvini – ed è per questo che stiamo spendendo miliardi per comprarne dei nuovi, tra regionali e locali. Vigilerò personalmente perché si arrivi a un accordo tra aziende e sindacati nel comparto ferroviario e aeroportuale». Nel mirino del ministro finiscono, infatti, anche gli scioperi che in questi giorni stanno rallentando i lavori nei maggiori aeroporti del Paese. Nella sola giornata di ieri, in tutta Italia la scure dello sciopero sindacale si è scagliata su circa mille voli. Una grande batosta, per il vicepresidente del Consiglio, considerando anche quello che ha definito «il boom turistico». «Il diritto allo sciopero – ha spiegato il ministro – è garantito dalla Costituzione, ma non può lasciare a piede milioni di italiani e turisti».
Dopo il sopralluogo nel cantiere, il ministro Salvini ha poi incontrato l’assessora regionali ai Trasporti, Anita Maurodinoia, e il presidente della regione Michele Emiliano, con cui il leghista ha scambiato anche qualche battuta. «Devo ammettere – ha dichiarato il governatore riferendosi al gruppo leghista in Regione – che l’opposizione, qui, è costruttiva». «Non so se questo è proprio positivo», ha risposto, tra il serio e il faceto, il ministro.