Bari, movida all’Umbertino: il Comitato di salvaguardia mappa la diffusione dei locali

In attesa che il sindaco Vito Leccese emani l’annunciata ordinanza per regolare la Movida nelle zone più problematiche della città, e che si tengano gli incontri di confronto (previsti tra oggi e domani) con associazioni di categoria e residenti, il Comitato di salvaguardia della zona Umbertina porta avanti la sua battaglia contro le aperture selvagge dei locali.

Le criticità

Il presidente del Comitato, Mauro Gargano, ha reso pubblica una mappa aggiornata di tutti gli insediamenti delle attività di ristorazione della zona. Si parla di oltre 70 locali distribuiti in circa 3-4 isolati a cui si aggiungono altre tre attività di prossima apertura, quattro food truck e un distributore automatico. «Ci troviamo di fronte alle conseguenze della mancata pianificazione territoriale – spiega Gargano – Predominano le attività che, essendosi insediate in locali di pochi metri quadri, svolgono la loro attività prevalentemente all’esterno. Situazione insostenibile proprio a causa del congestionamento degli insediamenti».

Nei prossimi giorni (presumibilmente tra oggi e domani) l’amministrazione terrà un serie di incontri con i residenti e le associazioni di categoria per illustrare e perfezionare la nuova ordinanza per limitare gli effetti negativi della Movida all’Umbertino. Tra le ipotesi al vaglio del primo cittadino, la chiusura anticipata dei locali: dalla domenica al mercoledì non oltre la mezzanotte, da giovedì a sabato alle 2 di notte.

Le nuove regole dovrebbero interessare non solo i locali ma anche i food truck che stazionano sul lungomare. In attesa il Comitato ha già le idee chiare. «Apprendiamo dalla stampa che la nuova amministrazione vorrebbe intervenire limitando gli orari di apertura notturna degli esercizi – spiega ancora Gargano – Ne sapremo di più quando avremo l’incontro con l’amministrazione comunale che abbiamo richiesto sin da fine agosto. Non possiamo però non evidenziare che se non si interviene immediatamente sulle cause gli interventi sugli effetti potrebbero risultare inefficaci».

Le proposte

Da qui una serie di suggerimenti sui provvedimenti più urgenti da prendere per incidere effettivamente sul fenomeno della mala movida. «A nostro avviso il primo provvedimento da assumere con urgenza, se effettivamente si volesse arginare il fenomeno della Mala Movida, è quello del divieto di nuovi insediamenti di attività di somministrazione di alimenti e bevande nell’Umbertino. Ambito territoriale ormai congestionato e saturo di questa tipologia di attività che andrebbe delocalizzata. Lo prevede la normativa vigente art. 64 comma 3 del D.lgs. 59/2010. Tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all’apertura di nuove strutture limitatamente ai casi in cui ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi dì controllo in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità».

A questo, per il Comitato, andrebbe affiancata l’installazione di centraline per monitorare l’inquinamento acustico che «come è stato accertato nella recente indagine penale pervade tutto l’Umbertino», conclude Gargano.

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