Quando si parla di “dramma parcheggi”, a Bari, il pensiero vola subito al centro o, al massimo, a Madonella. «E a chi vive al Libertà – chiede una residente esausta dal problema che riguarda prima di tutto questo quartiere – chi ci pensa?».
Tra cantieri che spuntano come funghi e quelli “storici”, divenuti, nel tempo, quasi come vicini di casa, il rione Libertà è praticamente sommerso da recinzioni mobili, resti di materiale edilizio abbandonati sui marciapiedi e, come se non bastasse, gru sistemate in mezzo alle strade. Nel primo dei tre casi rientra sicuramente la situazione dell’isolato di via Abate Gimma compreso tra via Sagarriga Visconti e via Quintino Sella, nella foto in alto al centro. Qui, spiega l’autrice della segnalazione, parcheggiare è diventato un’odissea, per via delle occupazioni di suolo pubblico che, dalle facciate degli edifici, si dipanano come tentacoli verso la strada, sottraendo ai residenti spazi destinati ai posti auto. Un’ingiustizia, se si considera che molti di questi sono titolari di “Muvt”, il tagliando con cui ai residenti, al prezzo di 30 euro annui, si concede la possibilità di sistemare il proprio veicoli nei pressi dell’abitazione. «In un unico isolato ci sono ormai ben tre cantieri e tre passi carrabili, di cui due sono vecchi negozi trasformati in autorimesse». Sono tutti ingredienti giusti perché in un solo isolato si crei un clima di tensione, rivolto, in particolar modo, verso l’amministrazione comunale. «La domanda che farei a chi dispensa i permessi per la concessione dell’occupazione di suolo pubblico è: ma le persone dove devono parcheggiare?», prosegue l’autrice della segnalazione, che evidenzia anche il paradosso di una situazione in cui i residenti «per parcheggiare, pagano regolarmente il contrassegno annuale, ma chi ne ha più d’uno arriva a pagare anche 300 euro all’anno». La questione diventa spinosa se poi si riflette sui “limiti” del contrassegno Muvt. «Dovremmo poter parcheggiare in tutte le aree riservate – conclude la residente – e non solo nei dintorni di casa».
A pochi passi da via Abate Gimma, poi, un’altra arteria fondamentale per la mobilità nel rione è assediata dai cantieri, via Crisanzio. Uno in particolare, all’incrocio con via Sagarriga Visconti, ha suscitato le polemiche degli abitanti, dato il posizionamento di una gru nel bel mezzo della strada, seppur opportunamente recintata. Dalla foto (in alto a destra), però, emerge tutto il disagio creato dall’ennesima occupazione di suolo pubblico, che spacca in due la strada. «Non siamo all’interno di un cantiere – commenta l’autore della foto – il cantiere sulla sinistra è chiuso il sabato pomeriggio, non sono in corso montaggi, non c’è segnaletica di pericolo carico ma nemmeno cartello informativo di cantiere. E siamo in un’area urbana ad alta densità di popolazione». A far compagnia ai residenti, poi, sulla stessa strada, questa volta ai civici 120 – 122, un cantiere “storico”, un’area delimitata «che sta in questo stato da circa 10 anni». La foto è quella in basso al centro. Questa volta «non ci troviamo davanti a un cantiere», come spiega chi ha scattato la foto-denuncia. «Tuttavia – prosegue – così si tolgono posti auto, si impedisce di camminare sul marciapiede, col rischio di investimenti». L’unico investimento che il Comune dovrebbe fare, invece, in questo momento, per i residenti, è risolvere questa drammatica e annosa situazione.