Bari, la risposta dell’europarlamentare D’Amato sull’inceneritore: «Nessun fondo Ue per l’impianto»

Un importante aspetto dell’infinita battaglia degli ambientalisti e dei detrattori contro l’insediamento dell’impianto di ossicombustione Newo è stato finalmente chiarito. Questo grazie ad un’interrogazione parlamentare presentata alla Commissione europea dall’europarlamentare Rosa D’Amato. L’ex pentastellata, ora parte di un gruppo indipendente, ha fatto luce su un aspetto, quello economico, riguardante la settennale azione di contrasto all’installazione del “non inceneritore” nel territorio tra Bari e Modugno.

Un procedimento iniziato nel 2016 e conclusosi il 1° febbraio 2018 con la determina favorevole al rilascio di compatibilità ambientale da parte della Regione Puglia, alla quale i cittadini di Modugno e dei comuni limitrofi, appartenenti alla Città metropolitana di Bari, si sono fermamente opposti per vistose irregolarità legali. Tra queste vi è il finanziamento, con soldi pubblici di 10 milioni di euro, a carico di Puglia Sviluppo. Un tema chiave di quello che sarà l’esposto che il coordinamento No inceneritore No Newo depositerà nei prossimi giorni alle Procure e Corte dei conti.

Ma nel frattempo dall’Unione europea arriva una risposta che potrebbe essere decisiva, chiarendo finalmente uno degli aspetti su cui la società affidataria puntava per ottenere fondi e finanziamenti. Elisa Ferreira, Commissario europeo per la Politica regionale, ha risposto all’interrogazione proposta dall’europarlamentare affermando che il progetto Newo non rientra tra gli interventi previsti dal fondo per l’efficienza energetica, finanziati con il programma operativo di Fondi europei per lo sviluppo regionale e Fondo sociale europeo Puglia 2014-2020.
«Le autorità responsabili del programma – si legge nella risposta – non hanno ancora concesso alcun sostegno Fesr a tale progetto. I lavori preparatori del piano non sono ancora ultimati perché l’Autorizzazione ambientale integrata (Aia) non è stata completata e risultano mancanti alcuni documenti sulla società Newo».

Questo significa che, mancando i fondi europei, il progetto Newo potrebbe non poter partire per mancanza di liquidità. Mancando dei requisiti fondamentali, tali da bloccare la concessione dei finanziamenti, il Coordinamento comitati No Inceneritore No Newo si rivolge alla magistratura chiedendosi se un’azienda, non in regola con i documenti da esporre obbligatoriamente per l’ottenimento di sovvenzioni, possa essere oggetto di un parere favorevole sulla concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

«In vista dell’ennesimo rinvio della Conferenza di Servizi – scrivono gli ambientalisti in un comunicato – richiesto stavolta da parte di Arpa Puglia, il Coordinamento comitati auspica che la magistratura, penale e contabile, faccia luce sulle molte carenze di requisiti essenziali, che normalmente non dovrebbero permettere di poter concedere né autorizzazioni, né tantomeno finanziamenti pubblici».

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