Bari, la ciclabile non salva la zona industriale. È ancora slalom tra buche e degrado

Non bastano le piste ciclabili a riqualificare un’area che per anni ha sofferto di incuria e scarsa attenzione da parte degli enti preposti. Le strade della zona industriale di Bari restano un colabrodo, e a nulla sono valse le proteste di lavoratori e imprenditori che percorrono la zona Asi tutti i giorni per raggiungere i tanti stabilimenti e uffici dei maggiori siti produttivi del capoluogo.

Percorrendo la strada che dal centro cittadino arriva alla zona industriale si incontrano facilmente buche grosse come voragini e il manto stradale danneggiato in diversi punti. Nell’ultimo periodo poi, con il boom della micromobilità, è esponenzialmente aumentato il numero di quanti percorrono la strada in monopattini o con le bici elettriche.

Tanto che nella zona industriale è stata realizzata una lunga pista ciclabile che la attraversa. Un fenomeno, sponsorizzato dall’amministrazione comunale, che però, dato il vergognoso stato di manutenzione dell’asfalto, rischia di essere un serio pericolo nonostante gli interventi realizzati. I disagi dei conducenti variano a seconda dei quartieri da cui partono ogni mattina.

Per esempio, nel murattiano, a ostacolare gli autisti sono soprattutto i cantieri, che ormai spuntano come funghi. Alcuni durano qualche ora, altri sono piazzati lì da anni. Dal quartiere Libertà inizia il far west. Via Indipendenza, via generale de Bernardis, via Dante, via Principe Amedeo: tutte le strade che conducono in via Brigata Bari sembrano Kabul. Attraversando via Bruno Buozzi, entriamo dunque nella zona industriale.

A darci il benvenuto è viale Europa, dove bisogna fare lo slalom tra i crateri. Una seria minaccia per l’incolumità pubblica è via Pasquale La Rotella. Subito dopo aver imboccato la rotonda, una serie di profonde buche, mai rattoppate, mettono a dura prova la viabilità. E così, dopo non poche ammaccature, si arriva al cuore della zona industriale, l’area compresa tra via Lindemann e via De Blasio.

Anche qui, strade dissestate, illuminazione carente e niente cura del verde. Insomma: non proprio una buona cartolina agli occhi di chi fa impresa, e di chi lavora, nell’area produttiva più importante della regione.

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