Bari, il Comune si arena sui condoni: bloccate più di 6mila pratiche

Sono migliaia le pratiche di condono in tutta Italia ancora da evadere, molte ferme anche da più di 30 anni. Con la conseguenza che la determinazione definitiva dei contributi di costruzione dovuti in relazione alla domanda di rilascio del permesso di costruire in sanatoria, subisce pesanti ritardi. Nemmeno il Comune di Bari è esente da questo fenomeno. Ecco alcuni numeri: le pratiche di condono presentate dai cittadini nel corso degli anni (e che fanno riferimento a tutte e tre le leggi emanate dallo Stato: quella del 28 febbraio 1985, n. 47, quella del 23 dicembre 1994, n. 724 e la legge del 24 novembre 2003, n. 326) ammontano complessivamente a circa 30mila. Ne restano da portare ancora a conclusione 6.500. A queste ne vanno poi aggiunte circa un centinaio che sono in fase di istruttoria da parte della ripartizione Paesaggio e Ambiente del Comune.

«Se le richieste sono rimaste stabili nel tempo e non hanno registrato degli aumenti è solo perché non vengono calcolate in base al trascorrere del tempo – spiegano dal Comune di Bari – ma in base agli anni nei quali vengono pubblicate le sanatorie». Attualmente si occupano delle pratiche di condono che riguardano la parte di edilizia privata al Comune quattro unità di dipendenti. Uno dei problemi maggiori con cui si scontrano gli addetti ai lavori è che i tre condoni che si sono susseguiti negli anni hanno visto il crearsi, per eterogeneità e distanza nel tempo, di pratiche di tutti i tipi. Senza contare che i ritardi nell’evasione di queste ultime hanno portato con sé decine di ricorsi, molti in attesa di giudizio presso i tribunali amministrativi.

Chi si occupa di pratiche edilizie conosce molto bene questa situazione: superfici e volumi maggiori, forature che non esistevano in progetto ma presenti sin dalla costruzione, altezze più basse o più alte, parti comuni diventate private. Il complesso e intricato sistema di norme che regolano i condoni non sempre tiene in considerazione un patrimonio composto da immobili difformi rispetto alle concessioni edilizie che li hanno consentiti.

Sarebbe opportuno che le amministrazioni sveltissero i tempi per sbloccare una situazione ferma da anni. Di contro però, la Regione non se la cava bene sul fronte dei nuovi abusi edilizi. Secondo la sua relazione annuale sull’abusivismo, a Bari e provincia nel 2021 sono state 127 le pratiche relative ad abusi, di cui 28 solo nel capoluogo. Un incremento rispetto al 2020 del 15,45%, anche se negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso la tutela del paesaggio e dell’ambiente.

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