Non si arresta la corsa dei prezzi degli affitti. Nei primi due mesi del 2024, il canone è cresciuto del 10,1% su base annua e del 3,1% su base semestrale, con prezzi medi al metro quadro che si aggirano attorno ai 13 euro. A dirlo, sono i dati dell’Osservatorio Affitti a cura di Immobiliare.it, il portale leader in Italia e specializzato in analisi di mercato e data intelligence, che ha esaminato l’andamento di prezzo, domanda e offerta del mercato immobiliare degli affitti rispetto ai 6 e ai 12 mesi precedenti.
Il primato nel Mezzogiorno d’Italia spetta a Bari: il capoluogo pugliese è quello che è salito di più nei canoni, facendo meglio di Napoli. La città ha guadagnato il 18% circa nei 12 mesi, con i prezzi medi al metro quadro che arrivano a 11,7 euro al metro quadro mentre il più grande centro campano ha conosciuto “solo” un aumento del 13% circa nell’anno, spingendo il prezzo medio delle locazioni a 14,2 euro al metro quadrato. a trainare gli aumenti sono due distinti fenomeni: l’aumento del prezzo delle case in vendita e la proliferazione dei B&b che sottraggono immobili sul mercato e rendono la scelta dell’affitto la più appetibile se non l’unica. Allargando poi l’indagine a tutti i grandi capoluoghi italiani, sul gradino più alto del podio c’è Firenze (22,2 euro al metro quadrato), che ha fatto registrare un incremento del valore degli affitti del 21,7% rispetto a febbraio 2023, sorpassando così il capoluogo lombardo (23,1 euro al metro quadro), dove si è riscontrata una crescita decisamente inferiore rispetto alla città del David (+8,1% rispetto a febbraio 2023). I capoluoghi aumentano di più anche rispetto ai piccoli centri. Su base annua, i primi hanno registrato un +14,3%, raggiungendo un prezzo medio di 17,7 euro al metro quadro, mentre i secondi e i terzi si sono fermati rispettivamente a 9,1 e 10,1 euro al metro quadro. I piccoli centri sono anche gli unici ad aver registrato un calo, pur minimo, dei prezzi, nel semestre che va da settembre 2023 a febbraio 2024 (-0,3%).
Oltre al prezzo, l’osservatorio mostra una crescita anche di domanda e offerta di case in affitto nei 12 mesi analizzati, ma a due velocità diverse. Lo stock disponibile sul mercato è aumentato infatti del 10,5%, a fronte di un +3,6% per la domanda. Tuttavia, questa tendenza ha subito un ribaltamento nell’ultimo semestre, con la richiesta salita del 9,5% e l’offerta di poco meno del 4%. Guardando ai capoluoghi, si osservano trend differenti, su base annua, tra grandi e piccoli: nei primi, sono salite sia domanda (+5,7%) che, soprattutto, offerta (+20% circa), mentre nei secondi è crollata l’offerta (-22,7%), a fronte di una richiesta rimasta pressoché stabile (+0,7%). Incremento per entrambi i valori per i piccoli centri, con un +6% circa per l’offerta e un +3% per la domanda. Tra le singole città, spiccano gli incrementi nell’offerta di Milano, +83% circa su base annua, e di Bologna, poco sotto il 77%, a fronte di una domanda calata in entrambi i casi, del 23,7% nel capoluogo meneghino e del 14,5% in quello emiliano. Troviamo invece una richiesta di case in affitto di gran lunga superiore alla media nazionale a Roma, +53,5% sull’anno precedente, e Napoli, +52% circa rispetto a febbraio 2023.
Un fenomeno generale che non sorprende gli analisti del mercato immobiliare: in un contesto di difficile congiuntura economica come quello che stiamo vivendo, con prezzi di vendita che non mostrano segni di arresto e tassi ancora alti seppur in calo, comprare casa diventa una scelta meno accessibile. Ne deriva così una marcata predilezione per gli affitti, che comportano meno vincoli e più flessibilità rispetto a un acquisto. Tuttavia, un aumento dell’interesse, e quindi della domanda, traina i prezzi delle locazioni al rialzo, ma ha anche un effetto sulla crescita dell’offerta, spingendo di fatto chi ha un immobile di proprietà che non utilizza a metterlo a rendita, proponendolo nel mercato della locazione.