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Bari, Guido van Helten al lavoro nel porto. Emiliano: «Cultura, bellezza e accoglienza»

Prendono corpo le opere che Guido van Helten, uno degli autori più importanti a livello mondiale di murale fotorealistici, sui 16 silos del porto di Bari.

Si tratta di un progetto ispirato alla storia di Bari e all’Adriatico. «L’arte urbana e di strada, i sentimenti collettivi, i giganteschi ritratti monocromatici, creano la cifra stilistica ed inimitabile dell’artista australiano», evidenzia il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che pubblica su Facebook le foto di van Helten all’opera.

Opere simili l’artista le ha realizzate a Teheran, a Chernobyl, su uno dei reattori nucleari, e ancora in Ucraina, in Australia, in Messico.

«Le sue tele sono oggi i 16 silos del Porto – scrive Emiliano -, la sua ricerca, la storia di San Nicola, del Mediterraneo e dell’Adriatico, le migrazioni, i pellegrinaggi, rappresentati nelle persone e nelle identità di questa città che ha voluto scoprire personalmente in un lungo percorso di conoscenza. Poetica, libera e soprattutto accessibile a tutti, questa forma d’arte affascinerà cittadini, visitatori e turisti».

Il governatore pugliese sottolinea che «è in un luogo inaspettato come il Porto, fatto di transiti, scambi, contaminazioni, che l’arte urbana di Guido irrompe dunque prepotentemente e diventa simbolo di cultura, bellezza e accoglienza. E ci induce alla riflessione, portandoci ad alzare la testa per raggiungere le sue figure monumentali che, in silenzio, dicono qualcosa a tutti noi».

I volti di Guido van Helten stanno cominciando a venire fuori «dalla sua tela dando nuova vita a strutture che altrimenti rimarrebbero grigie e anonime».

Con Pugliapromozione, Comune di Bari, Autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico meridionale, «abbiamo creduto in questo progetto, supportandolo e alimentandolo. E dimostrando che obiettivi di rigenerazione e ridefinizione dell’immagine di aree urbane, possono trovare nelle forme di espressione artistica contemporanea nuove strade per lo sviluppo del territorio», conclude Emiliano.

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