La carta d’identità di Nonna Enza, al secolo Oronza Giorgio, non mente: è nata a Santeramo in Colle il 10 settembre 1924, ma ha sempre vissuto a Bari e ha appena compiuto 100 anni. La sua famiglia, composta da sei figli, 13 nipoti e 9 pronipoti, è riunita per festeggiare questo straordinario traguardo. L’ultimo arrivato, Gabriele, di appena 2 anni, festeggia dal passeggino la bisnonna centenaria.
Nonna Enza
Nonostante qualche acciacco, nonna Enza è lucida e felice di condividere i suoi ricordi. Le chiediamo quale sia il suo primo pensiero oggi: «Sono contenta, speravo di arrivare a 100 anni e di riuscire a festeggiare con la mia famiglia». La sua vita ha attraversato momenti cruciali del Novecento. Quando le chiediamo quali siano i ricordi più forti non ha dubbi: «Quelli più brutti sono legati alla guerra. Con la mia famiglia eravamo costretti a rifugiarci negli scantinati o sotto i ponti per sfuggire ai bombardamenti. Il cibo scarseggiava. Quello che sarebbe diventato mio marito fu mandato in Russia e fatto prigioniero. Non sapevo se lo avrei rivisto». Fortunatamente, Francesco tornò e nel 1943 si sposarono. Gli occhi di nonna Enza ora si inumidiscono al ricordo di lui e ci svela il segreto di un matrimonio durato tutta la vita: «Bisogna amarsi. E quando arrivano le liti, uno dei due deve abbassare la testa, una volta lui, una volta io. Oggi i giovani si lasciano alla prima difficoltà».
Una bisnonna centenaria
Quasi subito, nel 1944, arrivò il primo figlio, Domenico, e a lui ne seguirono altri cinque. Nonna Enza sorride ricordando quel periodo: «Sostenere la famiglia richiedeva molti sacrifici. Mio marito faceva tre lavori: si svegliava alle 5 del mattino per lavorare in campagna, il pomeriggio era impiegato all’Istituto per il Commercio con l’Estero e la sera faceva la maschera al Petruzzelli». E con questi ritmi siete anche riusciti a crescere sei figli? «Vivevamo in campagna, e i bambini avevano spazio per giocare. Io rimanevo a casa e badavo a tutti, non si sgarrava» Una vita molto impegnativa, «una vita semplice, ma ne sono felice. Abbiamo lavorato duro per dare ai nostri figli un’istruzione, a quei tempi non era scontato». Prima di salutarla le chiediamo quale sia il segreto per vivere così a lungo: «Bisogna sempre comportarsi bene. Essere onesti e leali con tutti».