Bari, con la riforma del Codice della strada a rischio le piste ciclabili light

La riforma del codice della strada voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini rischia di far scomparire chilometri di piste ciclabili light (quelle cioè realizzate attraverso una semplice segnaletica bianca sull’asfalto) anche nel capoluogo pugliese di Bari. Le corsie riservate ai ciclisti erano più volte finite nel mirino dei cittadini per ragioni di sicurezza e di gestione della viabilità, a partire dalla tanto contestata pista di corso Vittorio Emanuele per arrivare a quella del lungomare. Un progetto di mobilità sostenibile pensato in via sperimentale nella fase calante del Covid e messo in atto dall’amministrazione Decaro. Lavoro dal costo irrisorio, vista la facilità con cui si può tracciare l’asfalto con gli appositi segnali, che ora potrebbe andare sprecato o quantomeno subire necessariamente dei correttivi.

La riforma

Bisognerà infatti leggere le indicazioni specifiche del testo della riforma, già approvata alla Camera, ma non ancora licenziata in Senato. Ma sopratutto attendere il regolamento allegato al codice della strada che darà direttive ai Comuni. Nell’attesa Palazzo di Città ha le mani legate e non può dar seguito a quella parte del piano Open che prevedeva la realizzazione di altre due ciclabili light a via De Rossi e Quintino Sella. Però dagli uffici, assicurano, sono già pronti ad ovviare al problema con una soluzione strutturale.

Il rischio

Se la riforma del codice della strada dovesse essere approvata in via definitiva dal Parlamento nella versione passata alla Camera, nel capoluogo di regione sarebbero salvi soltanto i percorsi ciclabili su una sede riservata, come quelli realizzati su corso Vittorio Veneto o in viale Unità d’Italia. La legge potrebbe cancellare anche le piste delimitate dai cordoli: un esempio a Bari è quella in corso Mazzini. Il rischio concreto non riguarda solo il capoluogo pugliese, ma tante altre città d’Italia. A partire da Milano, dove potrebbero scomparire ben ottanta chilometri di piste.

Il caso

A sollevare la questione è stata nei giorni scorsi l’Anci, e a denunciare pubblicamente il pasticcio l’assessore alla Sicurezza del Comune meneghino, Marco Granelli. Che a Bari ci fosse la necessità di rivedere in parte i percorsi, specie dopo le lamentele e le polemiche raccolte tra i residenti, era stato lo stesso primo cittadino Vito Leccese, all’indomani della sua elezione: «Va fatta una revisione. Alcune funzionano, altre no. Sono state realizzate nell’epoca Covid, quindi, non c’era nemmeno modo o spazio per approfondire. Vanno riviste».

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