Bari città “smart”, ma indietro su inclusione ed ecologia

Città “smart” e a misura di persona: la strada da fare è ancora molto lunga. A raccontarlo è la sesta edizione dello Human Smart City Index 2022 stilato dalla società di consulenza Ernst & Young, che analizza 109 città capoluogo di provincia e le classifica in base al loro sviluppo in termini di investimenti e iniziative sul territorio da un lato, e dei comportamenti dei cittadini dall’altro.

Bari si colloca al 36esimo posto, unica città del Sud tra le prime 40 posizioni, preceduta solo da Napoli (34°) e Cagliari (19°). Ma non è una buona notizia. Nel 2020 infatti, secondo lo stesso indice, la città capoluogo di regione si collocava al 18esimo posto. Fatta eccezione per Bari, poi, le altre città della Puglia si collocano tutte in fondo alla classifica, portando la Regione in penultima posizione davanti solo alla Calabria.

Tre sono gli assi strategici considerati da Ernst & Young, a cui fanno capo un totale di 456 indicatori: transizione ecologica, transizione digitale e inclusione sociale. Dopo la pandemia, infatti, le città hanno compreso l’importanza di essere a misura di persona, per cui gli aspetti “umani” hanno assunto maggiore importanza ed è stato dato più spazio alla misurazione dei comportamenti ecologici e delle competenze digitali dei cittadini oltre che agli investimenti.

Bari mostra un forte squilibrio proprio su questo fronte, registrando un buon punteggio nell’ambito degli investimenti e delle iniziative, ma fa ancora fatica a coinvolgere i cittadini e ottiene una risposta largamente inferiore agli sforzi profusi. Nello specifico, mentre la transizione digitale è a buon punto, la città è ancora indietro dal punto di vista della transizione ecologica (mobilità sostenibile, efficienza energetica e impatto ambientale) e dell’inclusione sociale (servizi online ai cittadini, politiche sociali e servizi sanitari).

Uno sbilanciamento che Bari ha in comune con le altre grandi metropoli del Sud che hanno investito molto grazie ai fondi strutturali e del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma che non hanno ancora visto dei risultati tangibili. Il confronto diventa così impietoso se si considerano le città in cima alla classifica. Il primato spetta a Milano che si distingue in Italia per transizione digitale, infrastrutture e competenze dei cittadini nell’utilizzo dei servizi online. Segue Bologna, grazie al primato in termini di inclusione sociale (soprattutto per le spese sociali e per il coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica della città. Terzo posto invece per Torino che consolida la presenza sul podio grazie alla componente legata ai comportamenti dei cittadini soprattutto in termini di transazione ecologica.

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