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Bari, cala il sipario sul teatro Purgatorio fondato da Pignataro: al suo posto un complesso residenziale

Cinquant’anni di storia del teatro barese, trampolino di lancio per tanti attori verso palcoscenici di caratura nazionale. Il teatro Purgatorio metterà in scena il suo ultimo spettacolo il 12 maggio, nell’iconica sede di via Pietrocola, prima di essere abbattuto per fare spazio a un nuovo complesso residenziale. «Sarà l'ultimo spettacolo della storia nel Teatro Purgatorio…

Cinquant’anni di storia del teatro barese, trampolino di lancio per tanti attori verso palcoscenici di caratura nazionale. Il teatro Purgatorio metterà in scena il suo ultimo spettacolo il 12 maggio, nell’iconica sede di via Pietrocola, prima di essere abbattuto per fare spazio a un nuovo complesso residenziale. «Sarà l’ultimo spettacolo della storia nel Teatro Purgatorio prima del suo abbattimento. Poi il sipario calerà», sono le parole scelte dall’attore barese Nicola Pignataro, fondatore e anima della struttura dal lontano 1973, per annunciare sulla sua pagina social il destino del piccolo politeama che tanto ha dato alla vita culturale della città, diventando luogo privilegiato per mettere in scena commedie in dialetto barese. Una storia di resistenza fino all’ultimo minuto che non fermerà gli attori che hanno assicurato che troveranno un modo per continuare a intrattenere.

Il destino del Purgatorio è simile a quello di un altro contenitore culturale cittadino: il teatro Barium in via Colletta, cuore artistico della carriera di Gianni Colajemma e Mino Barbarese, attori ormai scomparsi. La sede del teatro è stata abbattuta diversi mesi fa, suscitando il dispiacere e l’indignazione di molti spettatori affezionati e al suo posto è stato avviato un cantiere per la costruzione dell’ennesimo complesso residenziale che si chiamerà proprio palazzo Barium. Dopo la scomparsa di Colajemma, gli eredi hanno deciso di non portare avanti le attività del politeama e hanno preferito vendere lo spazio.

Ma in un contesto culturale che cambia ci sono anche delle storie positive di artisti che sfidano le condizioni avverse e hanno deciso di portare avanti le proprie attività. È il caso del teatro Duse, riaperto da qualche mese dopo un anno di stop a causa della pandemia e lo sfratto dalla storica sede in via Cotugno. La tenacia della direttrice Mia Fanelli, con il sostegno di un gruppo di attrici che collaborano anche alla gestione del teatro, occupandosi non solo della recitazione sul palco, ma anche dell’allestimento della struttura e degli aspetti legati alla preparazione degli spettacoli, ha permesso al Duse di trovare una nuova sede nel cuore della città, in via Carulli. Il contenitore culturale continua così a portare la recitazione sul palco assieme ad altri spazi ben più grandi e sovvenzionati come il teatro Kismet, al Quartierino, il teatro Forma in via Fanelli e l’Abeliano, da qualche anno trasferitosi nel rione Japigia sotto la direzione di Vito Signorile. Menzione d’onore per l’Anchecinema in corso Italia che da qualche anno sta cercando di ritagliare sempre più spazio per le rappresentazioni teatrali.

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