La gestazione è durata anni (almeno dal 2017) ma il travaglio (dal tavolo abbandonato da Federalberghi) è stato sicuramente il momento più duro. Ma ieri – finalmente – il Consiglio comunale ha partorito la tassa di soggiorno. Al limite, non solo temporale (cioè, a meno di un anno dalla fine del mandato di Decaro), ma anche numerico, con 21 voti a favore: solo due in più rispetto ai 19 necessari.
La discussione sul regolamento si è protratta fino a tarda serata e ha inflitto pesanti colpi anche agli emendamenti (cinque in totale), presentati dalle opposizioni. Tutti bocciati, anche quelli ritenuti più ragionevoli, come l’ampliamento del Comitato d’indirizzo, che, per quanto riguarda la parte composta dall’Amministrazione, è destinato a rimanere sibillino.
Il regolamento ha naturalmente spaccato l’Aula, con il Movimento Cinque Stelle che ha abbandonato l’assemblea dopo l’ennesima bocciatura dell’emendamento pentastellato.
Le tariffe giornaliere imposte dal regolamento (che dovranno essere pagate fino a un massimo di quattro giorni in un anno) vanno da 1,50 a quattro euro. L’imposta minima verrà applicata alle strutture ricettive di più bassa categoria (B&B, affittacamere, hotel a due stelle), passando per i due euro degli alberghi a tre stelle, per i tre dei quattro stelle e i quattro euro per il Grande Albergo delle Nazioni, l’unico cinque stelle presente in città. Diverse le categorie che non saranno sottoposte al pagamento, tra cui i minori di 14 anni, gli autisti di pullman, gli universitari.
Sugli emendamenti bocciati, Antonio Ciaula (FdI) ha accusato la maggioranza di aver «perso un’occasione» per migliorare il testo. Tra i “correttivi” presentati dalle opposizioni, vi era la proposta di far convergere parte del gettito dell’imposta nella valorizzazione dei beni artistici delle periferie (presentato dal capogruppo FdI), e l’ampliamento del Comitato d’indirizzo. Due gli emendamenti all’articolo 14, pensati come una spirale decrescente: la prima proposta (di Antonello Delle Fontane) introduceva nel Comitato i presidenti di Municipio, l’ultima (di Italo Carelli), “semplici” consiglieri, uno di opposizione e uno di maggioranza. Proposte, però, naufragate.
E così, tra mille interrogativi ancora insoluti, Bari avrà la sua tassa di soggiorno, che, stando all’iter amministrativo, dovrebbe entrare in vigore tra 60 giorni. Con una maggioranza risicata, che ha consentito il passaggio del testo grazie a soli due voti in più di quelli necessari.
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Di Redazione15 Novembre 2024