Bari, al posto di Cima apre Yves Saint Laurent: via Sparano diventa la strada del luxury

Cima chiude, Yves Saint Laurent apre. Ormai è ufficiale: a maggio, quando lo storico negozio di abbigliamento intimo di via Sparano abbasserà per sempre le saracinesche, al suo posto aprirà un punto vendita della nota casa francese di moda, forse già alla fine dell’estate. Già nelle scorse settimane si era vociferato di un possibile investimento di Yves Saint Laurent a Bari, ma ora è arrivata la conferma. E non stupisce la scelta della location, a pochi passi da altri negozi di importanti catene come Louis Vuitton, Prada e Gucci. Dopotutto la stessa Cima – che questo inverno annunciò la chiusura dopo ben 96 anni di attività – si trova in un palazzo storico, ad angolo con piazza Umberto, in un punto considerato strategico e con grande visibilità, nel cuore del quartiere Murattiano. Il punto vendita di Louis Vitton si trova a pochi passi di distanza, sullo stesso isolato. Sicuramente non una coincidenza.

Stando alle previsioni, Yves Saint Laurent dovrebbe aprire i battenti già a settembre, dopo un restyling dei locali attualmente occupati da Cima, che poco tempo fa aveva avviato una svendita sino al 70%. La sua chiusura ha registrato non poco interesse, soprattutto perché si tratta di una storica attività barese (una delle poche rimaste nella principale via dello shopping) aperta dal lontano 1928, quasi un secolo fa. Se in via Sparano arriverà Yves Saint Laurent, in via Argiro apriranno invece i punti vendita di altri due brand di fama internazionale. Dove ora si trova la boutique di Tonino Asselta (che ha portato in città le grandi firme della moda), infatti, apriranno due punti vendita di altrettanti marchi famosi: New Balance e Timberland. Ormai è un dato di fatto: le storiche attività baresi, con una tradizione anche centenaria, stanno sempre più lasciando il posto ai grandi marchi. Una delle cause è il cosiddetto “caro affitti” che non riguarda solo le persone fisiche ma anche le attività commerciali, soprattutto quelle a conduzione familiare. Alle volte queste si trasferiscono altrove, ma spesso chiudono le saracinesche una volta per tutte.

A dire il vero alcune categorie sono più colpite di altre. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Puglia, diffusi a inizio anno, Bari è la quarta città in Italia per numero di esercizi che sono scomparsi, soprattutto nel settore dell’abbigliamento: -278 attività rispetto ai cinque anni precedenti. Situazione confermata anche dai numeri di Confcommercio, per la quale in Italia nell’ultimo decennio gli esercizi commerciali in sede fissa sono diminuiti di 120mila unità. Tra i più penalizzati i negozi di mobili e ferramenta (30,5%), di giocattoli (31,5%) e di abbigliamento (21,8%), mentre aumenta il numero di farmacie e parafarmacie (+12,6%), dei rivenditori di computer e telefonia (+10,8%), ma soprattutto di bar e ristoranti (+43%).

Un altro motivo per cui molti storici locali chiudono è anche la mancanza di ricambio generazionale. Lo è per la boutique Asselta, lo è per il negozio di abbigliamento Rossella Uomo, in corso Sonnino, che ha deciso di abbassare le saracinesche dopo 50 anni di attività. Ma lo è anche per Giordano, in via Carulli, il cui proprietario – ormai giunto all’età della pensione – non ha trovato nessuno a cui passare il testimone. Una moria che, purtroppo, sembra destinata a non concludersi facilmente.

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