Bari, 23 anni fa l’omicidio di Michele Fazio. Leccese: «Una vicenda che ha scosso le coscienze»

«Oggi sono qui, per la prima volta da sindaco ed è un’emozione fortissima, per ricordare l’omicidio di Michele Fazio, una vicenda che ha segnato in maniera indelebile la storia della nostra città e che ha scosso le coscienze di una comunità troppo a lungo inerte di fronte alle logiche di sopraffazione dei clan mafiosi». Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, partecipando stamattina alla cerimonia organizzata in largo Amenduni, nella Città Vecchia, in occasione del 23esimo anniversario dell’omicidio di Michele Fazio, colpito da un proiettile vagante durante un conflitto a fuoco tra componenti di clan opposti.

Alla cerimonia hanno partecipato i genitori di Michele, Lella e Pinuccio Fazio, rappresentanti delle autorità civili e militari e delle associazioni che compongono il presidio di Libera Bari coordinato da don Angelo Cassano.

«Credo che ricordare Michele Fazio e quanto accaduto quel 12 luglio del 2001 non debba essere solo un esercizio di memoria ma un esercizio di impegno quotidiano nella pratica dell’antimafia sociale», ha evidenziato Leccese, sottolineando che «tra gli impegni che ho preso per il mio mandato alla guida della città, c’è l’istituzione di una commissione speciale all’interno del Consiglio comunale, una commissione che si occupi di antimafia anche attraverso la formazione dei dirigenti e dei dipendenti comunali, affinché l’ente maturi le sensibilità e le competenze necessarie a rendersi immune da qualsiasi tentativo di infiltrazione. Una commissione – ha spiegato – che si ponga come antenna in grado di monitorare il territorio per individuare le aree a rischio infiltrazione da parte dei clan e che relazioni al sindaco e al Consiglio sugli sviluppi del proprio lavoro, con l’obiettivo di farsi strumento di responsabilizzazione della pubblica amministrazione».

L’impegno dell’amministrazione comunale del capoluogo pugliese nel combattere la mafia, ha evidenziato Leccese, proseguirà «nel solco di quanto avvenuto negli ultimi 20 anni con Michele Emiliano prima e Antonio Decaro poi, con la costituzione di parte civile, le competenze dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata e con l’impegno qualificato per il riuso a fini sociali dei beni confiscati alle mafie».

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