L’Agenzia del Demanio ha indetto un bando per demolire le casermette “Milano” e “ Capozzi”, a San Pasquale, e far spazio al futuro Parco della Giustizia. Per far crollare le vecchie strutture, abbandonate da decenni, l’Agenzia ha messo in conto oltre 14milioni di euro. Troppi, secondo il Comitato di scopo “Per un parco verde di quartiere alle ex Casermette Capozzi e Milano” che, assieme ai residenti, si sta battendo contro la realizzazione della maxi-opera. E che ha alzato le barricate, parlando di «processo illegittimo» che non avrebbe senso perché eseguito «senza una variante al piano urbanistico vigente».
Le ex caserme “Milano” e “Capozzi”, come si legge nel bando, sono collocate dirimpetto l’una con l’altra e sono separate da via Alberotanza. Il complesso è costituito da 26 costruzioni, tra fabbricati e strutture coperte, 13 per ciascuna caserma. L’abbattimento delle due strutture rientra nel più ampio progetto della realizzazione, in un’area di oltre 400mila metri cubi, del “Parco della Giustizia”. Il progetto prevede la costruzione di nuove strutture che ospitino le sedi dei tribunali e della Procura penale di Bari, in una cornice che dovrebbe essere green, immersa nella natura, e in dialogo con la comunità cittadina. Il piano, però, non ha mai convinto gli ambientalisti che avevano presentato un ricorso al Tar, respinto ad agosto, perché il Parco non rispettava la giusta quantità di verde prevista dal Piano regolatore.
Il nuovo bando indetto dall’Agenzia del Demanio negli scorsi giorni prevede la presentazione delle candidature entro il 19 ottobre. Per eseguire i lavori di demolizione, sono stati messi a disposizione della futura ditta appaltatrice 14,3 milioni. Secondo i tecnici dell’Agenzia, per eseguire i lavori ci vorranno all’incirca 12 mesi. La notizia ha fatto scattare nuovamente sul piede di guerra il comitato di scopo. «La demolizione – ha spiegato il presidente del comitato Leonardo Scorza – costa 14milioni di euro, cioè tre volte le somme consuete per tali interventi, con un cronoprogramma iperbolico, che conferma l’assoluta illegittimità di questo procedimento, prima di conoscere il progetto in fase di redazione del primo lotto e senza una variante al piano urbanistico vigente». Il comitato ha già impugnato la determina di assegnazione del concorso di progettazione, presentando un nuovo ricorso al Tar il 14 settembre. Il bando da 14 milioni prevede due tipi di lavori: il primo con la demolizione dei manufatti ad eccezione dell’edificio 10 e il secondo indicato come lavoro “opzionale” che prevede appunto la demolizione dello stesso edificio.