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Balneari, la ministra Santanchè: «In Puglia gli imprenditori sono stati straordinari»

Il governo Meloni sta dalla parte dei titolari degli stabilimenti balneati. Lo ha detto chiaro e tondo Daniela Santanchè, inaugurando l’edizione 2024 della Borsa internazionale del turismo, in programma fino a domani nella Fiera di Milano. La ministra del Turismo è intervenuta sulla questione delle concessioni delle spiagge, scadute il 31 dicembre scorso, per le…

Il governo Meloni sta dalla parte dei titolari degli stabilimenti balneati. Lo ha detto chiaro e tondo Daniela Santanchè, inaugurando l’edizione 2024 della Borsa internazionale del turismo, in programma fino a domani nella Fiera di Milano. La ministra del Turismo è intervenuta sulla questione delle concessioni delle spiagge, scadute il 31 dicembre scorso, per le quali Palazzo Chigi non ha ancora fissato alcuna regola: una situazione di forte incertezza per i titolari degli stabilimenti balneari che ha costretto molti Comuni costieri ad avvalersi della proroga al 31 dicembre 2024 prevista dalla legge 118 del 2022. Pur non essendo il ministro competente in materia, Santanchè ha sfruttato l’occasione offerta dalla Bit per rassicurare gli operatori e, nel farlo, si è riferita alla Puglia: «Gli imprenditori hanno fatto un lavoro straordinario, devono sapere che questo governo è dalla loro parte e sta facendo tutto quello che è possibile fare per dare loro stabilità e certezze sul futuro».

Per il resto, Santanchè ha illustrato la strategia nazionale per il turismo. L’imperativo, in questo senso, è duplice: da una parte, investire sulla promozione; dall’altra, destagionalizzare i flussi dei viaggiatori. «C’è molto da fare in termini di promozione, come stiamo facendo anche attraverso Enit, perché gli imprenditori del turismo, nel periodo del Covid, hanno molto sofferto, quindi bisogna ancora sostenerli», ha spiegato la ministra prima di evidenziare la necessità di rafforzare l’offerta turistica: «Nel 2025 ci sarà il Giubileo e in Italia sono attesi 30 milioni di pellegrini. E poi ancora c’è il turismo dello sport. Abbiamo visto l’effetto Sinner, con il più 30% di adesioni nei tennis club, e noi avremo Milano e Cortina 2026».

L’altra strategia è quella della destagionalizzazione: «Abbiamo una nazione che deve avere il turismo 12 mesi all’anno e non possiamo più avere delle punte solo nei mesi invernali, a Natale, e in quelli estivi», ha proseguito Santanchè. In questo senso potrà essere utile il fenomeno evidenziato dall’Enit in uno studio presentato proprio durante la giornata inaugurale della Bit: il cambiamento climatico, in particolare le ondate di caldo estremo che ogni anno si registrano in Italia, stanno riducendo del 25% le presenze dei turisti stranieri nei mesi estivi, spingendo sempre più viaggiatori a visitare il nostro Paese in primavera o in autunno, quando le temperature sono meno alte.

Sempre l’Enit ha analizzato il cosiddetto turismo dei cammini, svolto prevalentemente a piedi in contesti generalmente rurali o montani per motivazioni naturalistiche, religiose o di benessere psicofisico. Nel turismo lento, ossia da vivere a piedi o in bicicletta, l’Italia vanta 3,6 milioni di praticanti. A 2,7 milioni di persone, invece, ammontano i cultori del turismo escursionistico, cioè praticato soltanto a piedi, che ogni anno si contano in Italia. Conquistare fette di questi mercati rappresenta una grande chance non solo per il turismo, ma anche per altri settori economici, come ha sottolineato Ivana Jelinic, presidente e ceo di Enit: «Il turismo legato ai cammini può favorire la nascita di attività artigianali e di produzione locale, permettendo alle comunità di valorizzare le proprie tradizioni e risorse».

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