Balneari, c’è l’accordo: gare a partire dal 2023. Gestori sul piede di guerra: «Non ci hanno ascoltati»

È stato trovato all’interno della maggioranza l’accordo sulle concessioni balneari in merito al ddl concorrenza. Una soluzione a metà che rinvia, di fatto, ai decreti attuativi il compito di entrare nel merito delle questioni più spinose. C’è, però, la norma che mette al riparo i piccoli concessionari dalle multinazionali. Il timore è che l’obbligo delle gare e, di fatto, una liberalizzazione delle concessioni, finisca per favorire i grandi gruppi turistici a dispetto delle piccole realtà. “L’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione”, permetterà di ottenere un punteggio che dovrebbe aiutare chi da anni ha in gestione uno stabilimento a giocarsi fino in fondo le proprie carte. Nello stesso tempo, l’Italia si allineerà alla normativa europea prevedendo le gare già nel 2023, accogliendo le indicazioni delle massime Corti dello Stato, intervenute in passato per evidenziare il mancato adeguamento. Chi perderà la concessione, poi, otterrà un indennizzo. Le concessioni dei porticcioli, infine, non vengono interessate dalla nuova normativa e rimarranno in vigore fino al 31 dicembre del prossimo anno. La riassegnazione delle banchine dedicate alla nautica da diporto, dunque, non è regolata e per farlo, eventualmente, servirà una nuova norma.

Tutti elementi che, però, non convincono i gestori degli stabilimenti. Antonio Capacchione, presidente Fib Confcommercio, il sindacato dei balneari, nonché imprenditore turistico nella Capitanata, non esclude una mobilitazione. «Sono state ignorate completamente le richieste delle organizzazioni sindacali – afferma-. Inascoltate le considerazioni delle Regioni e dei Comuni che pure sono le uniche istituzioni competenti in materia e che saranno chiamate ad applicare disposizioni confuse pasticciate. Nessuno dei 226 subemendamenti presentati da ogni forza parlamentare è stato preso in considerazione o almeno discusso.

Riuniremo i nostri organismi dirigenti – conclude Capacchione – per valutare la situazione e l’adozione delle iniziative da intraprendere in ogni sede». Anche Fiba Confesercenti si dichiara insoddisfatta: «L’emendamento di maggioranza al Ddl Concorrenza – sottolineano – è una scelta di compromesso non risolutiva. Troppo poco per le imprese del comparto balneare che restano così in una grave situazione di incertezza». Così Fiba Confesercenti in una notaLa legge, frutto appunto di un compromesso parlamentare, non convince neanche gli ambientalisti. «Si prevede che il rilascio della concessione possa avvenire in deroga al codice della navigazione che, proprio all’art.47, prevede la decadenza per quei concessionari che hanno compiuto gravi violazioni, tra cui quella edilizia – afferma Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde. Nei criteri inoltre nulla si dice del ripristino della visibilità delle nostre coste: in molte città, il lungomare è stato trasformato in lungomuro».

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