Aspettando il 2035, anno in cui la produzione endotermica dovrà lasciare spazio a quella elettrica, i lavoratori impiegati nel settore dell’Automotive continuano a vivere in uno stato di completa “incertezza”. «Incertezza di un lavoro, di una stabilità economica e di un futuro dignitoso per le proprie famiglie».
Oggi tra sindacati e operatori del settore in tanti hanno manifestato in tutta Italia. Uno sciopero generale indetto da tutte le sigle sindacali dell’Automotive e che ha visto sfilare l’Ugl in 7 siti industriali: Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli, con Fismic e Aqcf, in occasione proprio dello sciopero nazionale dei lavoratori del Gruppo Stellantis e di tutto il settore Automotive, dalle segreterie provinciali e regionali della Puglia di Fismic-Confsal e UglM.
Anche a Bari, questa mattina dalle 10 alle 12.30, rappresentanti di aziende come Bosch, Magneti Marelli o collaboratori del Gruppo Stellantis hanno tenuto un presidio vicino la sede della Regione Puglia sul lungomare Nazario Sauro, e chiesto un incontro per istituire un tavolo tecnico tra istituzioni e sindacati con l’obiettivo di strutturare un futuro che possa garantire la transizione tecnologica dell’Automotive equilibrato alle esigenze lavorative garantendo una produzione continua e costante senza tagli sul personale.
In tanti hanno manifestato dissenso rispetto a una direttiva europea che ritengono “scellerata”, quella che indica il 2035 come termine per l’eliminazione del motore termico mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. «Negli stabilimenti pugliesi, ed in quelli del barese in particolare – spiega Fismic-Confsal Puglia e Ugl Metalmeccanici Bari – l’adesione alle 8 ore di sciopero per protestare contro il governo italiano, colpevole di non aver messo in campo al momento opportuno le misure idonee per accompagnare la transizione green del settore auto, evitando le ricadute occupazionali, è stata altissima, soprattutto da parte degli operai: alla Bosch di Modugno, per esempio, il 98% dei lavoratori oggi ha incrociato le braccia».
Una delegazione di sindacalisti è stata poi ricevuta dalla Regione Puglia
«Erano presenti il presidente della task force Lavoro Leo Caroli – spiega Antonio Caprio, segretario confederale e della Ugl di Bari e Bat– e l’assessore all’Ambiente Triggiani, con delega alla grandi vertenze. Dopo aver ascoltato le istanze sindacali, l’assessore ha proposto di attivare un tavolo di crisi permanente con tutte le organizzazioni sindacali, le istituzionali locali nazionali e europee, con la presenza di Antonio Decaro, presidente della commissione Ambiente dell’Ue».
«Negli stabilimenti pugliesi delle grandi aziende dell’Automotive – continua il segretario regionale della Fsmic-Confsal, Giovanni Morga – la maggior parte dei lavoratori sono in cassa integrazione. Si va quasi tutti i giorni a discutere di licenziamenti e contratti di solidarietà. Se non si trova subito un accordo per lo slittamento della famosa data del 2035, in cui dovrebbe cessare la produzione auto con motore endotermico, sarà una catastrofe».
Automotive Bari, sit-in operai: «Stop termico fa perdere lavoro»
Tra Bari e Bat «circa cinquemila lavoratori – continua Caprio – sono interessati da questa trasformazione green, molto probabilmente ne potranno continuare a lavorare soltanto mille. Noi riteniamo fondamentale il green ma in tempi così brevi tutto ciò non è possibile. Sono mediamente lavoratori che hanno un’età di cinquant’anni. Io sfido chiunque a fare in modo che questi lavoratori attraverso la formazione possano essere ricollocati. L’unico rimedio è quello di trovare soluzioni alternative all’elettrico e quindi ribadisco l’idrogeno e i carburanti ecologici perché consentono di mantenere in piedi tutta la struttura della componentistica».
Sindacati Automotive in Puglia, altissima adesione allo sciopero
«Bisogna cercare di portare in parallelo il più possibile la produzione dell’ibrido – continua – che ha un costo minore e si vende meglio, limitando l’uso di ammortizzatori sociali. Per la produzione di una macchina elettrica bastano una o due persone, mentre per l’endotermico ce ne vogliono dieci. I lavoratori non sanno più cosa mettere a tavola».
«Ci conforta la volontà della Regione Puglia – conclude il segretario dell’Ugl Metalmeccanici BARI, Mario Daniello – di destinare un tavolo permanente alla crisi del settore Automotive pugliese per provare a gestire meglio un’emergenza che sta comportando un’emorragia di posti di lavoro. Ci è stato garantito che anche a Bruxelles verranno portate le istanze dell’Automotive italiano e pugliese. La transizione è veloce ma l’Italia è non è pronta».
Serve un progetto strategico
«Una giornata storica per l’Automotive: lavoratori e anche cittadini, nonché le sigle sindacali, hanno dato prova di sapersi mobilitare insieme per un obiettivo comune e cioè pretendere per l’Italia, Paese dall’indiscutibile tradizione industriale, un progetto strategico per tutto il settore, che, ovviamente, dipende dalle scelte e dal destino del Gruppo Stellantis». Così Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici a Torino.
«Una mobilitazione importante – conclude Spera – e molto partecipata, data anche la tradizione storica rappresenta dal capoluogo piemontese e considerato il coinvolgimento di tutto l’indotto in questa crisi molto preoccupante per il settore e per il destino degli stabilimenti Stellantis italiani. Ribadiamo le nostre richieste al governo e, in particolare, a Stellantis: l’Italia ha bisogno di un piano strategico adeguato che salvaguardi tutti i lavoratori e tutti gli stabilimenti del settore e dell’indotto, che da esso dipendono; convocazione indispensabile, per fare chiarezza una volta per tutte, di John Elhann in Parlamento; revisione della tempistica stringente imposta dall’Ue con il Green Deal e con lo stop alle auto a motore endotermico nel 2035, perché sta mettendo in ginocchio tutto il settore Automotive in Italia e, a causa di tale crisi, sta trascinando in un pericoloso stallo anche l’industria manifatturiera e chimica»