Frena a febbraio il mercato del lavoro su Bari e provincia. Nonostante il nuovo anno fosse cominciato con dei segnali positivi in termini di assunzioni e di nuove entrate occupazionali, con una previsione per gennaio di 10.730 posizioni attivate dalle aziende del territorio, secondo il nuovo bollettino redatto da Anpal-Unioncamere e diffuso tramite il sistema informativo Excelsior, a febbraio 2023 scenderanno a 8.990 le entrate complessive programmate (1.740 in meno).
Numeri che scendono anche considerando l’intero trimestre febbraio-aprile: le nuove assunzioni previste scendono da 28mila 720 a 26mila 190. Il confronto resta positivo però con l’anno precedente, rispetto allo stesso trimestre del 2022 sono stati preventivati 3.140 nuovi ingressi sul mercato del lavoro.
La maggior parte delle figure ricercate dalle aziende di Bari e provincia appartiene al settore dei servizi, che da solo copre il 68% degli ingressi totali (6.100 addetti in più). Sul fronte dell’industria la percentuale rimane più bassa con 2.890 posti di lavoro attivati (circa il 32% del totale), concentrati soprattutto nelle piccole imprese con meno di 50 dipendenti (il 73%). A non cambiare rispetto al bollettino Anpal-Unioncamere del mese precedente è invece la tipologia di contratti che verranno attivati: anche nel mese di febbraio prevalgono quelli a tempo determinato o di durata predeterminata, il 76% del totale. Le assunzioni stabili invece copriranno il 24% degli ingressi. Poche opportunità per dirigenti, specialisti e tecnici a cui sarà destinato il 20% dei contratti di lavoro (quota inferiore anche alla media nazionale del 22%) e per i laureati a cui è destinato a mala pena il 15% delle entrate previste.
«Il periodo considerato, quello invernale, è un fattore determinante per interpretare i dati del bollettino – aveva spiegato all’Edicola del Sud Giuseppe Boccuzzi, segretario della Cisl Bari-Bat all’ inizio della stagione – durante il periodo estivo, dove la domanda di turismo è elevata, è chiaro che le previsioni delle assunzioni nel settore dei servizi siano più alte rispetto all’inverno dove, nella nostra città, il fenomeno della destagionalizzazione non è ancora totalmente efficiente. Inoltre, le previsioni di assunzioni per la maggior parte sono sempre a tempo determinato». Un problema legato anche alla qualità del lavoro più che alla quantità, se si considera che quasi 40 aziende su 100 affermano di avere difficoltà nel trovare le figure professionali desiderate e solo l’11% di loro prevede di assumere personale nei prossimi mesi. «Per creare posti di lavoro stabili occorre che si crei del fermento economico reale sul territorio che possano attrarre sempre più investimenti».