Assistenti all’autonomia: meno ore per i disabili del Sud. Sostegno, si cambia ogni anno

Un alunno disabile al Sud riceve in media un’ora in meno alla settimana di assistenza all’autonomia e alla comunicazione rispetto a un altro che vive al Nord. Diventano due, invece, se il confronto si fa con una regione del Centro Italia. Il discorso si inverte, però, se si prendono in considerazione le ore di sostegno: la media per ciascun alunno è di 15,3 ore settimanali con al Mezzogiorno tre ore settimanali in più rispetto a quelle rilevate nelle scuole del Nord. Sono solo alcuni dei dati che si evincono dallo studio dell’Istat diffuso ieri sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. In generale e a livello nazionale, nell’ultimo anno migliora del 10 per cento l’offerta di insegnanti per il sostegno. Il rapporto alunno insegnante, pari a 1,6, è migliore di quello previsto dalla legge, ma tra gli insegnanti uno su tre non ha una formazione specifica e il 12 per cento viene assegnato in ritardo.

Resta ancora forte discontinuità nella didattica: il 60 per cento degli alunni con disabilità cambia insegnante per il sostegno da un anno all’altro, il 9 nel corso dello stesso anno scolastico. Il dato relativo agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione va ad aggiungersi ai tanti che descrivono un sistema scolastico al Sud in difficoltà, soprattutto se rapportato a quello del resto del Paese. Nel Mezzogiorno sono carenti anche le postazioni informatiche che in alcuni casi rappresentano l’unico strumento di comunicazione per lo studente. Un problema segnalato, da Roma in giù, da una scuola su tre.

Spicca però in positivo il dato relativo alla Puglia che risulta essere la seconda regione, dopo l’Emilia Romagna e a parità con l’Umbria, per dotazione, con il 77 per cento degli istituti coperti. La differenza territoriale resta forte anche sugli ausili didattici in generale: Nelle scuole del Nord, la carenza di strumenti didattici si riduce al 5,9 per cento mentre aumenta nel Mezzogiorno all’8,7. Un altro aspetto molto importante per tutti gli studenti ma in particolare per quelli affetti da disabilità sono le ore trascorse all’aperto durante l’orario scolastico. Anche in questo si registrano importanti differenze territoriali: 9,7 ore al Nord e 5,6 al Sud. Non va meglio con le gite scolastiche. «L’analisi territoriale evidenzia livelli di partecipazioni molto più bassi nelle regioni del Mezzogiorno dove alle uscite didattiche brevi partecipa l’82% degli studenti, mentre nelle gite con pernottamento solo il 21%.

Il motivo di rinuncia più frequente è legato proprio alla condizione di disabilità (19% degli alunni), anche laddove l’uscita non preveda un pernottamento e comporti, quindi, una minore complessità organizzativa (31% degli alunni)», scrivono i ricercatori dell’Istat. Un tema centrale è anche quello relativo alla formazione degli insegnanti di sostegno. Più di 67mila insegnanti per il sostegno (il 30 per cento) però sono stati selezionati dalle liste curricolari. Si tratta di docenti che non hanno una formazione specifica per il sostegno ma che vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolge attività di sostegno sale al 42 per cento, mentre si riduce al 15% nel Mezzogiorno. A questa carenza si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione: a un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 12 per cento degli insegnanti per il sostegno non risulta ancora assegnato.

Tale quota sale al 14 nelle regioni del Nord mentre scende al di sotto del valore nazionale nelle scuole del Mezzogiorno attestandosi all’11 per cento. «Nonostante queste criticità – spiega l’Istat – emergono alcuni segnali positivi: negli ultimi quattro anni la quota di insegnanti selezionati dalle liste curricolari è diminuita, passando dal 37 per cento dell’anno scolastico 2019-2020 al 30 per cento dell’anno scolastico 2022-2023 ».

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