Simonetta Dellomonaco lascia la guida di Apulia film commission.
A poche ore dalla riunione dell’assemblea dei soci alla quale parteciperà anche la Regione Puglia che, nei giorni scorsi, ha proposto lo scioglimento del Cda e il commissariamento, Dellomonaco, per quattro anni presidente dell’agenzia regionale, ha indirizzato una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ai sindaci dei Comuni pugliesi e ai soci della fondazione, rassegnando le proprie dimissioni.
«Ho dato tutto quello che ho potuto, a volte è vero anche esuberando il mio ruolo. Perché il mio è stato un vero progetto di sviluppo e crescita e non solo di conservazione e perché la generosità è la qualità migliore della Puglia ed è quella che ho deciso di incarnare in tutto quello che faccio», scrive Dellomonaco. «Non mi sono risparmiata e ho portato Apulia Film Commission ad essere la migliore d’Italia, raddoppiando i vostri consensi e le vostre adesioni come numero dei soci della Fondazione, aprendo l’Apulia Film House di Bari, il Cinelab di Lecce, il progetto di Mediaporto di Brindisi, sostenendo le sale cinematografiche, inventando nuovi progetti per l’innovazione sociale come il Social Film Fund, producendo centinaia di film che hanno portato il nome della Puglia in tutto il mondo e realizzando centinaia di eventi e festival che hanno fatto conoscere il cinema d’autore ad ogni cittadino pugliese».
Dellomonaco pone l’accento sui due anni di pandemia, affrontati «con coraggio» e le rinunce personali per realizzare «il proprio sogno, “La Puglia del Cinema”».
«Ma, come dicono gli inglesi, “nessuna buona azione resta impunita”. Il mio buon agire si è rivelato talmente ingombrante, al punto da spingere il direttore generale a chiudermi nel mio ufficio, minacciarmi e malmenarmi», aggiunge.
La presidente di Apulia film commission, dunque, rassegna le proprie dimissioni «perché ritengo che un’azione nobile debba trovare un luogo nobile dove esprimersi. Con grande dolore prendo atto che questo luogo non lo è più», aggiunge riferendosi a quanto accaduto negli ultimi mesi: «Non è un posto nobile quello che permette ad un direttore di aggredire una donna, suo presidente, e poi lo lascia continuare impunito. Non è un posto nobile quello che permette alle mille inadempienze, alla opacità, alle trame, ai sotterfugi di regnare invece del servizio e del rispetto per i cittadini, per i lavoratori, per gli amministratori. Non è un luogo nobile quello che si scaglia contro i virtuosi e lascia agire i malfattori. La sofferenza di una donna del Sud – prosegue Dellomonaco – che lotta con tenacia ma che incontra sulla sua strada la resistenza di una mentalità machista che accetta solo logiche di potere e dominazione a tutti i costi. Queste logiche sono un mastodonte di fronte al quale non mi arrenderò mai, ma che oggi mi hanno provata profondamente, ed è per questo che non mi resta altra scelta che tirarmi indietro».
Per quanto accaduto, infine, Dellomonaco dice di confidare «nella Magistratura che farà il proprio lavoro. Per quanto mi riguarda, voglio lasciare dietro di me solo valore, bellezza e condivisione. Il resto non mi appartiene».