Il Senato ha approvato con 78 voti favorevoli, 57 contrari e 7 astenuti il decreto che introduce misure urgenti per gli impianti di interesse strategico nazionale, tra i quali rientra anche lo stabilimento ex Ilva di Taranto.
Il provvedimento passa alla Camera per l’approvazione definitiva e va convertito in legge entro il 6 marzo.
Il decreto, varato il 5 gennaio scorso, permette di trasferire 680 milioni ad Acciaierie d’Italia (è il nome del nuovo impianto di Taranto), un prestito ponte per coprire i debiti ed evitare di portare i libri in tribunale, oltre a sostegni a favore di altre aziende strategiche.
Viene quindi instaurato una sorta di “scudo” che impedirà, da parte dell’autorità giudiziaria, «sanzioni interdittive» che pregiudichino la «continuità dell’attività» svolta negli stabilimenti considerati di interesse strategico nazionale. Lo “scudo” scatterà solo se saranno eliminate «le carenze organizzative» che hanno determinato il reato.