Andria, un buco nel muro dell’ospedale disonora la memoria dei Bonomo

L’ospedale “Lorenzo Bonomo” deve il suo nome alla omonima famiglia che, per onorare la memoria di Lorenzo e Giacinta Bonomo, iniziò la sua attività benefica realizzando, all’interno del nosocomio andriese, un padiglione di pediatria su cinque piani, completo nelle sue più moderne attrezzature, con una capacità ricettiva di 110 posti letto. Tale padiglione fu poi successivamente donato all’Ospedale “Lorenzo Bonomo” di Andria in data 1 luglio 1969, perché vi si continuasse e potenziasse l’assistenza in favore dei piccoli sofferenti.

Il buco nel muro

Di tanto vi è memoria in una targa apposta proprio nel nosocomio andriese: ma ora la parete che ospita la dedica non è più integra, anzi. Per l’Unità di Patologia attualmente lì allocata, si è deciso di ricavare un rettangolo che funga da sportello proprio al centro del muro, cosa che ha fatto infuriare Riccardo Bonomo, erede della famiglia di benefattori: «Non so chi sia stato colui che, avendone per ruolo la responsabilità, ha avuto di recente, con sensibilità non comune, e con notevole cattivo gusto e scarso senso della storia del luogo, l’idea malsana di aprire un varco in un muro in mattoni al piano terra del Padiglione di Pediatria dell’Ospedale di Andria per consentire una più agevole “Accettazione Campioni”. Tutto questo immediatamente sotto, a soli pochi centimetri, una targa in bronzo che ricorda che quel Padiglione (piano terra con i sovrastanti quattro piani) ivi comprese le attrezzature esistenti fu donato dalla mia famiglia all’ospedale di Andria perché fosse potenziata la pediatra sul territorio! Ma di questo forse è meglio non parlarne. L’apertura dello sportello “Accettazione Campioni” sotto quella targa è una vergogna!».

Il busto abbandonato

Ma non è questo l’unico affronto perpetrato ai danni della memoria: tempo fa, racconta Bonomo, era stata segnalata la “sciatteria” con cui il busto di chi porta il nome dell’ospedale è stato “custodito, abbandonato” e transennato sotto un telo verde all’ingresso, in attesa di una collocazione. Più volte sarebbe stato segnalato il fatto alla dirigenza della Asl ma senza sortire effetto, tanto che chi ha denunciato dice che avrebbe ripreso con sé il busto, trovandovi una più adeguata collocazione.

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