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Ancora caos sulla tassa di soggiorno. La campagna di BariEcoCity: «Non siamo polli da spennare»

Tutti contro la tassa di soggiorno. Dopo le dure critiche giunte da esponenti politici, operatori del settore e associazioni di categoria, arrivano in città i cartelloni pubblicitari contro la misura annunciata dal Comune, che dovrebbe essere introdotta in primavera. «Baresi e turisti non sono polli da spennare» si legge sui manifesti commissionati dall’associazione BariEcoCity. Sui…

Tutti contro la tassa di soggiorno. Dopo le dure critiche giunte da esponenti politici, operatori del settore e associazioni di categoria, arrivano in città i cartelloni pubblicitari contro la misura annunciata dal Comune, che dovrebbe essere introdotta in primavera. «Baresi e turisti non sono polli da spennare» si legge sui manifesti commissionati dall’associazione BariEcoCity. Sui cartelloni – in cui appare una gallina spennacchiata – si legge ancora: «Tasse e imposta di soggiorno impoveriscono cittadini e imprese».

Dieci sono le ragioni che hanno portato gli attivisti ad avviare questa campagna di protesta. Secondo gli esponenti di BariEcoCity, infatti, questa misura introdurrebbe «nuovi aggravi e adempimenti burocratici per le imprese del turismo, anche le più piccole», oltre ad aumentare «la concorrenza sleale tra strutture ricettive e favorire le abusive». Inoltre, accusano, la tassa di soggiorno «colpisce italiani e stranieri (anche se soggiornano per motivi non turistici)», «è l’ennesimo balzello medievale sul turista viaggiatore» e «sottrae circa 2,5 milioni annui all’economia cittadina in favore delle casse comunali».

Il nuovo balzello fiscale, inoltre, disincentiverebbe il turismo, andandosi ad aggiungere ad altre tasse come, ad esempio, l’addizionale comunale sui biglietti aerei. Ma non solo. La misura, secondo BariEcoCity, «elimina un piccolo vantaggio competitivo e comunicativo per Bari, che sino ad oggi non la applicava», è stata «introdotta scorrettamente ad appena un anno dalla scadenza del mandato dell’amministrazione» e «non è vincolata a specifici investimenti infrastrutturali o nuovi servizi per il turismo». Non comporterebbe, infine, una riduzione del carico fiscale per i baresi.

Anche Federalberghi si era schierata contro la misura annunciata da Palazzo di Città, definendola una «imposta iniqua, odiosa e poco opportuna» e affermando che avrebbe «penalizzato le strutture in regola».

«Riguardo la litania del “così fan tutti” – spiega il presidente di BariEcoCity,, Giuseppe Carrieri – è chiaramente falsa, giacché su 8mila comuni italiani solo mille hanno introdotto la tassa di soggiorno. Per questo abbiamo deciso di mobilitarci con tutta una serie di iniziative urbane per contrastare l’ennesimo inasprimento fiscale dell’amministrazione Decaro, a cominciare dalla campagna affissioni attualmente in corso in città. Meno tasse e più servizi per i turisti è la nostra prospettiva per favorire la crescita economica di Bari», ha concluso Carrieri.

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