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Anche il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Cassano. Azione: «Ora si metta ordine nell’Arpal»

Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar della Puglia, respingendo il ricorso dell’ex direttore generale dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal), Massimo Cassano, che chiedeva la sospensione in via cautelare dell’efficacia della sua destituzione dal ruolo. Cassano è decaduto da dg dopo che il Consiglio regionale ha approvato la legge…

Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar della Puglia, respingendo il ricorso dell’ex direttore generale dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal), Massimo Cassano, che chiedeva la sospensione in via cautelare dell’efficacia della sua destituzione dal ruolo.

Cassano è decaduto da dg dopo che il Consiglio regionale ha approvato la legge con la quale ha modificato l’assetto societario dell’Arpal. L’ex sottosegretario a dicembre ha presentato ricorso cautelare davanti al Tar Puglia, ma è rigettato.

«Ritenuto, ad una sommaria delibazione, che l’appello cautelare non appare assistito da sufficienti elementi di fumus boni iuris – si legge nel provvedimento del Consiglio di Stato – sussistendo seri dubbi in ordine alla giurisdizione dell’adito giudice amministrativo nel caso di impugnativa di decadenza automatica, ope legis, dalla carica, implicante essenzialmente l’accertamento di un fatto estintivo dei diritti nascenti dal contratto. Ritenuto, peraltro, con riguardo al lamentato pregiudizio grave ed irreparabile, che anche l’ipotetica proposizione dell’incidente di costituzionalità nella fase cautelare d’appello non consentirebbe all’appellante di conseguire il bene della vita anelato, atteso che al giudice amministrativo non è consentito disapplicare la norma di legge (regionale) nelle more del sindacato accentrato di costituzionalità».

Alla decisione del Consiglio di Stato, plaudono i consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Sergio Clemente. «Bene, ora si può procedere nel mettere ordine nell’Agenzia, dandogli una struttura di governo all’altezza e indagando accuratamente sulle numerose coincidenze tra assunzioni e appartenenze politiche?», chiedono. «Ora speriamo che tutti i costituzionalisti della domenica, ossia i seguaci di questa disciplina per hobbismo, s’acquietino. Speriamo, inoltre, che anche il Presidente Emiliano si dimetta, dopo queste parentesi giudiziaria, dalla postazione di opposizione al buon governo e scelga di entrare tra le fila della maggioranza composta dalle persone di buon senso», proseguono.

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