Dopo svariati lustri, i grandi nodi della portualità brindisina – su cui si è speso un profluvio di parole e si sono consumati scontri tra operatori ed enti – stanno per essere sciolti. Sta per essere messo un punto infatti, sull’atavico dibattito circa la possibilità di allargare il canale Pigonati al fine di consentire l’ingresso nel porto interno delle navi più grandi, così come si sta lavorando per dotare finalmente la città della prima stazione marittima per crocieristi.
L’Autorità portuale si è sempre mostrata scettica circa la fattibilità e utilità dell’allargamento del canale, mentre molti operatori portuali ritengono l’intervento di grande importanza. «Tutte le storie – commenta il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Ugo Patroni Griffi – devono avere una fine. Stiamo pertanto concordando un incontro presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici alla presenza degli operatori portuali, del pilota e del comandante del porto, così da verificare se sotto il profilo ambientale, della sostenibilità economica e della sicurezza della navigazione tale intervento sia o meno ipotizzabile in futuro».
L’esigenza di affrontare di petto la questione del canale Pigonati sorge dal fatto che l’ente portuale sta valutando la localizzazione migliore per la nuova stazione marittima, la cui realizzazione giungerà a valle di altre opere. «Le fondamenta del porto di Brindisi – rimarca Patroni Griffi – sono rappresentate dalla cassa di colmata. Nel momento in cui aggiudichiamo l’appalto della vasca di colmata, possiamo bandire la gara per i nuovi accosti di Sant’Apollinare, e nel momento in cui aggiudichiamo questa gara, possiamo bandire la gara per la stazione marittima. Il percorso inverso non è lecito».
La stazione marittima, comunque, sarà realizzata certamente nell’area di Sant’Apollinare, che ospiterà nuove banchine per traghetti e crociere, ma è da valutare il punto migliore. «Abbiamo avuto – racconta il presidente – un incontro con un progettista specializzato in stazioni marittime, che sono luoghi dove si gestiscono il più velocemente possibile i flussi dei passeggeri. La stazione marittima, per essere funzionale, deve essere realizzata in prossimità della banchina di ormeggio. Abbiamo sottoposto al progettista anche l’opzione del capannone ex Montecatini: attendiamo l’approfondimento ma la prima reazione è stata indicativa della non totale idoneità di quella struttura, sia per la distanza dalla banchina sia per profili di sicurezza e funzionali. L’obiettivo – conclude – è quello di sostenere la funzione di porto hub di Brindisi. I transiti portano una ricchezza molto limitata al territorio. La vicinanza con l’aeroporto può invece fare di Brindisi un importante home port. Oggi i crocieristi che si imbarcano e sbarcano a Brindisi rappresentano il 35% del totale. Investendoci tutti quanti, questa percentuale può aumentare. Ciò rappresenta una ricchezza per il territorio, perché i crocieristi di un home port diventano di fatto turisti, dato che permangono in città prima dell’imbarco o dopo lo sbarco».