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Allarme Svimez sui fondi di coesione: «Troppe risorse distratte per le imprese»

Un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito delle infrastrutture essenziali. L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno boccia l’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione nell’ultima pubblicazione dei “Quaderno Svimez” curata da Luca Bianchi e Ferdinando Ferrara. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC)…

Un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito delle infrastrutture essenziali. L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno boccia l’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione nell’ultima pubblicazione dei “Quaderno Svimez” curata da Luca Bianchi e Ferdinando Ferrara. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali. Per il ciclo di programmazione 2014-2020, la dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione è stata di 54.810 milioni.

Il rapporto

«L’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione ha portato a risultati insoddisfacenti – si legge nel rapporto – È necessario subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi precisi, seguendo il metodo Pnrr». L’analisi della Programmazione 2014-2020, fatta nello studio Svimez, evidenzia, dunque, un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito di infrastrutture essenziali. Le conseguenze sono chiare: una riduzione di investimenti fondamentali in settori strategici come ambiente, ICT, mobilità e servizi sociali.

L’analisi

In sostanza, ha spiegato il direttore generale di Svimez Luca Bianchi: «Il vincolo della rendicontazione, ha fatto sì che si tende a favorire obiettivi per i quali spendere diventa più facile, ed ecco che buona parte delle risorse si trasforma in incentivi alle imprese alle quali va la quota più consistente delle risorse». Al termine della programmazione – si legge infatti più nel dettaglio nello studio Svimez – le risorse destinate a favore delle imprese superano i 9,2 miliardi di euro, che ne fanno, con il 31,7%, l’area con la maggiore quota di risorse. «Si tratta sicuramente di un dato preoccupante, soprattutto perché associato a scelte di programmazione che hanno sacrificato risorse per la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo economico e sociale», rivela Svimez. «Questo approccio di semplice rendicontazione della spesa e non legato al raggiungimento di obiettivi di crescita o di riduzione dei divari, ha portato a risultati limitati. Ne è prova il fatto che l’Italia pur collocandosi al secondo posto in termini di risorse ricevute, non abbia riportato risultati eclatanti in termini di coesione», sottolinea ancora lo studio di Svimez. E la conseguenza principale è che il divariotra il Mezziogiorno e altre aree del Paese permane.

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