«Mi auguro che questa volta che si terrà nella terra di Puglia, il G7 sia il seme per una futura e duratura pace. Che il responso finale sia: abbiamo raggiunto la pace, è rinata la pace. Sarebbe bellissimo». È l’auspicio di Al Bano Carrisi, il cantautore e attore di Cellino San Marco, ambasciatore della Puglia nel mondo, che proprio ieri ha incontrato in Vaticano Papa Francesco, la cui presenza alla riunione dei grandi del pianeta in programma dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia è stata ufficializzata in un videomessaggio dalla premier Meloni. Al Bano ha fatto visita al Santo Padre durante una iniziativa dedicata a nonni e nipoti che «rappresentano il ponte della vita: da un lato chi non ha esperienza, dall’altro chi ne ha tanta. Gli uni che la passano agli altri».
Al Bano, non è la prima volta che incontra il Pontefice. Cosa pensa di lui?
«Secondo me questo Papa è la reincarnazione di San Francesco. La fortuna è che ci sia ancora gente di questa portata nel mondo. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che lo incontro e sarà sempre una grande emozione. È una persona che urla contro la guerra e fa alla grande il mestiere del Papa. Ha una devozione totale nei confronti dell’umanità».
Il Santo Padre sarà in Puglia per il G7. Crede che la sua presenza possa essere determinante per la risoluzione dei conflitti internazionali in corso?
«Rispondo così: se il diavolo non ha preso il posto del cristiano nella testa di tutti coloro che saranno lì, la sua presenza sarà indispensabile. Perché bisogna lottare tutti quanti, ognuno di noi, per abolire questa storia della maledetta guerra che ormai non ha ragione di esistere. Però purtroppo esiste e ancora fa danni, che pensavamo fossero finiti con la seconda guerra mondiale. Si sta giocando con il mondo, con l’umanità, con la vita. Ma con quella degli altri. Perché loro, quelli che dichiarano guerra, stanno sempre in disparte. Tutti coloro che la dichiarano dovrebbero essere i primi a dimostrare come si combatte una guerra».
Il fatto che per la riunione si sia scelta la Puglia, potrebbe fare della regione ancor di più una “terra di pace”?
«Mi auguro che lo sia non solo la Puglia, ma tutti i luoghi, perché ne abbiamo bisogno. Perché con la guerra c’è la morte garantita, con la pace c’è il progresso garantito. Progresso vuol dire vivere meglio, far bene alla gente, fare dei passi nella storia umana di un certo tipo. Se l’uomo si difende con le pallottole non c’è mai progresso, la migliore pallottola dovrebbe essere l’amore che c’è dentro di noi e da proporre agli altri. Non è un’utopia».