Agricoltura, l'”anti-influencer” Michele Monopoli: «Nel settore non si aiutano i giovani» – L’INTERVISTA

Il settore agricolo in Puglia sta affrontando diverse sfide e problemi negli ultimi anni. Maltempo e cambiamenti climatici, che causano gravi danni alle coltivazioni. Crisi dei prezzi e redditività, che mettendo in ginocchio il comparto. Ma soprattutto l’invecchiamento del settore, il mancato ricambio generazionale e scarsa attrazione dei giovani nel ramo. Ma perché i giovani non vedono nell’agricoltura una concreta possibilità di futuro? A queste domande ha cercato di rispondere il noto “anti-influencer contadino” Michele Monopoli.

Perché secondo lei i giovani fuggono dalla terra?

«I ragazzi non vogliono lavorare la terra, a meno che i genitori non abbiano già un’azienda, e anche così scappano. Quest’anno è stato difficile trovare ragazzi per la raccolta delle olive e per la potatura. Penso che un po’ di responsabilità di questo l’abbiano gli influencer. Nei miei video ironizzo dicendo la verità. Voglio far capire che tutto quello che luccica non è oro. Quei tipi di influencer sono modelli negativi. I miei figli vedono i video e mi chiedono questo o quel prodotto di lusso e io spiego loro che per averlo bisogna pagare il ricavato del lavoro di un mese. I giovani spesso si fanno prendere dall’apparenza. Soldi, bella vita. Non dico che bisogna pensare sempre al lavoro e, come sono solito dire, “a spaccarsi le perchie”, ma bisogna guardare in faccia la realtà e apprezzare quello che si ha».

Può influire il basso stipendio che ricevono?

«Il problema dello stipendio dipende dai titolari, ne ho visti alcuni che vogliono sfruttare, altri invece no».

Lo stato aiuta gli agricoltori?

«Poco, a volte male. Per un giovane che non abbia terre di famiglia è praticamente impossibile iniziare. Gli esigui fondi sono destinati a chi ha già terreni e mezzi. Se devo fare domanda di primo insediamento, con 30mila euro a fondo perduto, bisogna avere 11 ettari di terreno, e se non li ho? Mio padre e mio nonno mi hanno lasciato un po’ di terra e messi, grazie ai social ho investo. Partire da zero è difficile. Così l’agricoltura rimarrà un mondo chiuso che tenderà ad invecchiare presto».

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