Agricoltura, il bilancio dell’assessore Pentassuglia: «Basta piangersi addosso. Insieme invertiamo la rotta»

Gli incontri con il Comitato di sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 e con i referenti della Commissione Europea che si sono svolti a Manduria hanno soddisfatto Donato Pentassuglia assessore all’Agricoltura della Regione Puglia. Eppure non mancano criticità su cui confrontarsi. «Sono state due giornate importanti di lavoro – ci dice – e siamo consapevoli del dover affrontare l’N+3 del PSR 2014-2022 e garantire la spesa dei fondi europei della vecchia programmazione fino al 2025 ma intanto abbiamo messo le basi, illustrando i criteri di selezione degli interventi di prossima attivazione nell’ambito del CSR Puglia 2023-2027. Stiamo investendo risorse importantissime sul capitale umano e stiamo lavorando sulla condizione femminile in agricoltura. Voglio ricordare che questa attività del comitato di sorveglianza e di monitoraggio continueremo a portarla nelle diverse province pugliesi, poiché concorre anche a dare visibilità ai diversi territori, anche per spiegare il lavoro e le potenzialità dello sviluppo rurale made in Puglia».

Da alcune parti ci si lamenta che i bandi previsti per il 2023 partiranno solo alla fine di quest’anno, come quelli per l’agricoltura biologica.

«Ma questo è il segno di gente che non sa di che parla, nel senso che tutti sanno del confronto che c’è con il Governo. La nuova programmazione si muove all’interno del piano nazionale e non ci sono ancora i criteri ad oggi, quindi aver fatto i bandi con la condizionalità che forse faremo già tra settembre e dicembre, ma lasciare la condizionalità che non sai quando e come andranno a finire, mi sembra scorretto. Aggiungo che nella nuova programmazione, proprio sul biologico, abbiamo aggiunto ulteriori risorse. Nessuno deve pensare però che il biologico sia un bancomat di natura illimitata a cui attingere solo perché si chiama biologico. Perché poi parleremo dei controlli di tutta l’attività, quindi mi dispiace di questa, diciamo, attenzione errata che si pone ai temi, non chiamandoli con nome e cognome e cioè: dove ci sono i problemi, e come interveniamo».

Assessore adesso parliamo di acqua. Ci sono novità per i Consorzi di Bonifica commissariati.

«C’è la delibera che stiamo predisponendo entro luglio. Come preannunciato, ci sarà un Consorzio Unico dal primo gennaio 2024 ed entro due mesi dalla delibera, il commissario deve fare il piano di rientro come previsto dalla norma. Nel frattempo, sono state messe a disposizione le risorse per fare i progetti esecutivi da appaltare. Abbiamo chiesto altre fonti di finanziamento, tipo il FSC, e quando si sbloccherà ci sarà una dotazione di 400 milioni chiesta tanto per l’ammodernamento e la rifunzionalizzazione delle reti, quanto per il riuso delle acque di depurazione».

Perché vi è la necessità di avere un commissario straordinario per la Xylella? Il problema è nella gestione regionale oppure c’è dell’altro?

«Ma questa è una domanda che a volte mi faccio pure io. Io ho consegnato un dossier puntuale al sottosegretario La Pietra e al Ministro perché io sono per la leale collaborazione istituzionale. Il mondo scientifico dice che c’è stato un arretramento, quindi un rallentamento della fitopatia per una serie di ragioni. Una delle ragioni è quella dei maggiori controlli della tempestività nella eradicazione, abbiamo abbattuto i tempi, lo dice l’audit della Commissione europea di indagine che ha relazionato. Ha detto che negli ultimi due anni il lavoro fatto è da modello e da riferimento, quindi sicuramente c’è un passato che è una storia, ma l’ultimo biennio ha visto cambiare le cose. Sappiamo che è una fitopatia che non ha evidenza scientifica, quindi si sposta, seppur lentamente dobbiamo essere molto attenti. Non a caso, l’8 giugno ho chiesto reiteratamente per l’ennesima volta di modificare l’articolo 3. Il sottosegretario ha preso atto delle ragioni della richiesta perché anziché solo cinque chilometri a nord di Polignano voglio fare una zona franca, diciamo di controllo, di almeno venti chilometri.

Quindi, come ho detto al sottosegretario, se chiedono un Commissario per un’attività non meglio individuata, io non mi scandalizzo. Io sono una istituzione a disposizione dei cittadini e di altre istituzioni. Se arriva un commissario collaboreremo a fare, poi vedremo cosa. Perché un conto è dire controlliamo chi ha fatto l’aratura, chi fa i trattamenti, un conto è dire chi ha eradicato, chi fa tutte le attività, un conto è tutta l’attività di ricostruzione sulla quale ho esplicitato al Ministro e al Ministero che nel decreto ministeriale abbiamo impegnato il 74% e speso il 49%».

Anche il settore vitivinicolo ed enologico pugliese in questo momento merita la massima attenzione. Per cominciare le giacenze di oltre due milioni di ettolitri di Primitivo e Negramaro presso le cantine. Ma, è davvero tutto Primitivo e tutto Negramaro?

«Stiamo controllando seriamente, perché dobbiamo tutelare le produzioni di qualità e rafforzare lo schema di chi lavora le uve. Stiamo ragionando in maniera puntuale e questo al di là della questione della peronospora che ha attaccato i vigneti e che incide sulla riduzione fino al 50-70% in alcune zone e 20-40% in altre, perché è a macchia di leopardo. Ho fatto un provvedimento straordinario con una delibera sulle rese che già vedo mutuare da altre regioni in queste ore. Ma qualcuno ha detto che è un provvedimento impopolare, troppo spinto, ma io l’ho condiviso con il mondo della produzione perché dobbiamo ragionare di disciplinari a tutela delle nostre produzioni di qualità. Io mi sono impegnato entro fine anno a costituire l’ufficio “Ocm vino e olio” e a lavorare sul censimento puntuale di quante e quali produzioni abbiamo in tutta la Puglia per dare slancio al rilancio dei vitigni autoctoni».

Ci sono novità per la spumantizzazione?

«Si ho cambiato la scheda del disciplinare che la Puglia non aveva e l’ho adeguata al Ministero».

È un momento delicato questo?

«Sì. Dobbiamo sapere che produciamo più di quello che vendiamo. Dobbiamo spingere più a imbottigliare, non a tagliare gli altri vini con i nostri».

E poi c’è l’aumento dei prezzi e dei consumi interni in leggero calo.

«Ha ragione. Intanto ho fatto l’accordo con la grande distribuzione. Le produzioni di qualità tirano, invece le produzioni medio-basse stanno avendo grosse difficoltà. Noi abbiamo bisogno di tracciare questa linea e di garantire la qualità e il prezzo nel rapporto qualità-prezzo perché è lì la nostra sfida. Rispetto all’imbottigliato, poi, finalmente c’è una visione diversa nell’ambito del distretto del vino e delle altre aggregazioni, con quelle consortili che stanno lavorando per abbattere anche i costi, cioè bottiglie diverse con un peso diverso, un packaging diverso, per presentarsi al mercato con una veste nuova e per provare ad abbattere tutti i costi possibili. Perché c’è una riduzione del costo energetico, ma è su quello stiamo lavorando, per esempio per le comunità energetiche. Ci stiamo interfacciando con lo sviluppo economico perché abbiamo bisogno delle reti di media e bassa tensione con Enel e tutti i soggetti come Terna, perché altrimenti diciamo che quel riverbero del costo di produzione a cascata te lo porti dietro al consumo e al consumatore finale. Quindi, abbiamo bisogno di riequilibrare questa attività che si sta facendo nell’ambito delle reti di impresa dei Consorzi, e anche di queste attività che con il distretto di qualità stiamo mettendo in campo».

Dunque un’agricoltura pugliese in piena evoluzione. Ma che tipo di bilancio si può fare a metà 2023 e con quali prospettive?

«Parliamo di un’annata particolare, partendo da danni importanti delle piogge persistenti, dalle grandinate e da altre calamità. Quindi ci siamo resi conto che l’impostazione che avevo dato nella nuova programmazione è stata molto apprezzata. Lavoreremo per priorità, su verità vere che sono impattanti come l’aumento dei costi, le speculazioni sulle produzioni e poi la stagionalità. Poi ci sono alcuni aspetti: intanto quello delle assicurazioni. Ho denunciato al ministro il cartello su alcune regioni del Nord. Noi versiamo il contributo più alto, le regioni del Sud prendono meno come ristoro dei danni. Inoltre, ho chiesto -e qui mi sto portando dietro tutto il partenariato – la modifica della legge 102 perché io faccio un decreto oggi con delibera di Giunta, lo mando al Ministero: dopo un anno arriva la decretazione, e dopo due tre anni arriva qualche ristoro che non copre l’entità del danno, oltre al fatto che dopo tutto quel tempo l’azienda può anche essere fallita. Ed ancora, un altro tema: la ricontrattualizzazione dei mutui agrari e delle cambiali sia con ISMEA che con la Regione perché le banche hanno bisogno di garanzie. E per finire, ma in realtà per cominciare, tra settembre e dicembre proporremo il primo bando della nuova programmazione inteso come sistema di investimento. Ma anche i bandi sulle nuove cultivar e i nuovi sistemi di d’impianto che vanno verso l’agricoltura di precisione sia che si tratti di primizie che di tardive. Sto lavorando inoltre sulla infrastrutturazione: a settembre ci sarà il primo volo, che porterà l’ortofrutta nel mondo con il primo charter dalla Puglia, una novità assoluta. Insomma, basta piangerci addosso, dobbiamo invertire la rotta».

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