Acqua pubblica, Regione Puglia e Governo lavorano a una soluzione condivisa

Il disgelo sui fondi coesione fra il governatore Michele Emiliano e il ministro Raffaele Fitto, nel frattempo “promosso” in Commissione europea, ha favorito anche lo sblocco della legge pugliese per l’acqua pubblica. Una questione in sospeso da maggio, quando il governo centrale osservò la legge pugliese in materia che prevede la creazione di una società veicolo dove far confluire i Comuni pugliesi a cui verrà ceduto il 20% della quote azionarie di Acquedotto pugliese.

Un escamotage giuridico, quest’ultimo, approvato a marzo scorso in Consiglio regionale dopo un dibattito infinito durato oltre 15 anni fra le forze politiche e gli esperti del settore. Una norma che consente di aggirare la gara europea ed il possibile ingresso dei privati nella gestione dell’acqua dopo la scadenza della concessione statale nel 2026. Il testo, però, a maggio scorso è stato impugnato dal governo centrale, in particolare dal ministero per il Sud e da quello per la giustizia, con una serie di eccezioni di incostituzionalità fra le quali quella principale riguarda il cosiddetto controllo analogo sulla società veicolo assente nella formulazione pugliese.

La svolta

Da allora, però, il clima è cambiato con lo storico “armistizio” firmato a Roma a fine agosto fra gli eterni rivali, Fitto ed Emiliano, che hanno chiuso le ostilità accordandosi sul pacchetto dei fondi sviluppo e coesione da 4,6 miliardi di euro più altri due miliardi di euro di fondi Poc, i programmi operativi complementari. A breve la Puglia firmerà l’accordo di coesione da 6,6 miliardi di euro con una cerimonia ad hoc in programma il 22 ottobre alla presenza della premier Giorgia Meloni.

In questo clima di nuova collaborazione da diverse settimane i tecnici di Palazzo Chigi ed i dirigenti regionali sono al lavoro per correggere la legge pugliese per l’acqua pubblica in particolare nella parte relativa ai controlli. Obiettivo comune: evitare l’esame della Corte Costituzionale previsto a partire dal mese di novembre. Rimuovendo le parti a rischio di costituzionalità del testo la ripubblicizzazione di Acquedotto pugliese rispetterà il cronoprogramma iniziale.

Parla Laforgia

A confermarlo è il presidente di Aqp, Domenico Laforgia: «Credo che da Roma e dalla Puglia ci sia la volontà di arrivare a una soluzione condivisa. Nel frattempo la legge pugliese sta andando avanti. Siamo in attesa che l’Autorità idrica pugliese entro la fine di ottobre prenda la sua decisione sulla gestione del servizio idrico, ricalcando sostanzialmente il disegno legislativo, sulla base della quale i comuni potranno deliberare l’ingresso nella nuova società pubblica. La Regione Puglia farà poi delle modifiche di statuto in Acquedotto pugliese per far rispettare il cosiddetto controllo analogo da parte dei comuni sul servizio idrico integrato che sarà affidato in house ad Aqp. Un meccanismo che allo scadere della concessione statale il primo gennaio 2026 sostituirà una concessione regionale affidata dai comuni pugliesi all’acquedotto».

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