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Acqua pubblica, l’Autorità per la concorrenza: «Profili di incostituzionalità della legge pugliese»

L'Autorità garante della concorrenza del mercato ha trasmesso il proprio parere al governo Meloni, e per conoscenza alla Regione Puglia, relativamente alla legge regionale per garantire che il sistema idrico resti sotto la gestione pubblica di Acquedotto pugliese (Aqp) e non venga messo a gara. Stando a quanto riferisce Ansa, l'Autorità avrebbe riscontrato "criticità di…

L’Autorità garante della concorrenza del mercato ha trasmesso il proprio parere al governo Meloni, e per conoscenza alla Regione Puglia, relativamente alla legge regionale per garantire che il sistema idrico resti sotto la gestione pubblica di Acquedotto pugliese (Aqp) e non venga messo a gara.

Stando a quanto riferisce Ansa, l’Autorità avrebbe riscontrato “criticità di natura concorrenziale” e profili di incostituzionalità.

È sulla base di questo parere che il governo è pronto a impugnare la norma davanti alla Corte costituzionale.

In particolare, secondo l’Autorità della concorrenza, la costituzione della cosiddetta “società veicolo“, nella quale dovrebbero confluire le quote dei Comuni pugliesi, “sembra rispondere alla sostanziale finalità di creare le condizioni per l’individuazione della modalità in house di affidamento del servizio idrico integrato in favore della medesima società veicolo e, quindi, della società Acquedotto pugliese”.

Mentre la legge regionale, secondo l’Authority, dovrebbe solo limitarsi a individuare l’ente o il soggetto preposto a deliberare la forma di gestione del servizio idrico integrato e ad aggiudicare la gestione del servizio, ma non dovrebbe direttamente provvedere all’esercizio delle funzioni, neanche precostituendone le condizioni.

La conclusione dell’Autorità è che la legge pugliese presenti “profili di incostituzionalità“, oltre a porsi in “contrasto con la normativa primaria posta a presidio della concorrenza“.

Azione: «Rischio privatizzazione. Burocrazie ministeriali e Autorità depistano Meloni»

«Ci sentiamo di lanciare un allarme per il rischio di dover chiudere la storia gloriosa e secolare di Aqp in Puglia, e con essa la fine del servizio idrico pubblico». È quanto affermano i consiglieri regionali di Azione, il commissario in Puglia Fabiano Amati, Sergio Clemente e il capogruppo Ruggiero Mennea, insieme al responsabile regionale acqua di Azione Nicola Di Donna.

«L’impugnazione della legge regionale per consentire all’Autorità idrica pugliese di valutare l’affidamento del servizio ad Aqp, nelle modalità in house, rappresenta un chiaro depistaggio sia delle burocrazie ministeriali che dell’ autorità della concorrenza in danno del Governo Meloni. E tutto ciò perché non possiamo pensare che il centrodestra al governo del Paese, nonché i parlamentari pugliesi, desiderino la privatizzazione del servizio idrico pugliese», evidenziano i consiglieri regionali, sottolineando che «la maggior parte delle eccezioni sinora avanzate o trapelate, infatti, sono frutto di valutazioni sbagliate, perché costruite fuori dalle norme statali ed europee, così come interpretate anche dalla Corte di giustizia dell’Unione europea».

Per Azione Puglia «occorre ora agire in fretta per stanare ogni equivoco e pretesto, attraverso poche modifiche, pur proposte all’attenzione dei burocrati ministeriali, tendenzialmente in linea con la proposta di legge originaria, così da generare un ripensamento o un giudizio quanto meno confusionario dinanzi alla Corte costituzionale. Ma una cosa sul piano politico deve essere chiara. Il nostro obiettivo di gestione pubblica del servizio idrico integrato è una priorità non trattabile»

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