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A Taranto nasce il rifugio dei delfini: è la prima area protetta nel mar Mediterraneo

Sarà un luogo di protezione e cura di diverse specie di delfini provenienti da centri di ricerca e strutture zoologiche. E’ il «San Paolo Dolphin Refuge» ed è la prima area protetta del Mediterraneo per le varie specie di delfini destinate a lasciare strutture ed acquari. Si trova nella rada di Mar Grande, a ridosso dell’isola di San Paolo che appartiene alla Marina Militare. Un progetto che vede insieme il centro Jonian Dolphin Conservation, che da anni si dedica a ricerca e protezione dei delfini e Fondazione con il Sud, che ha assicurato un finanziamento di quasi 2 milioni di euro. Il progetto ha avuto due step: le opere a mare del rifugio protetto e la ristrutturazione di due piani di Palazzo Amati nella città vecchia di Taranto dove ha sede la control room che monitorerà quello che accade nel rifugio al largo.

«In un’area di sette ettari protetta dall’isola di San Paolo, la più piccola delle isole Cheradi – ha spiegato nella presentazione a bordo di un catamarano al largo di Taranto Carmelo Fanizza, a capo della Jonian Dolphin Conservation -, nasce il «San Paolo Dolphin Refuge» che è frutto della collaborazione con un team internazionale di esperti. Nel mare dove nuotano liberi tursiopi, stenelle, grampi e capodogli, i delfini provenienti da strutture zoologiche e centri di ricerca saranno accolti in un ambiente marino controllato, dove potranno gradualmente riadattarsi a condizioni naturali, vivere in sicurezza, monitorati attraverso le tecnologie più innovative dalla control room all’interno dei nuovi spazi del centro Ketos al primo piano di Palazzo Amati. Il San Paolo Dolphin Refuge – aggiunge Fanizza – costituisce un modello sperimentale e replicabile che, in collaborazione con le strutture zoologiche europee, potrà favorire lo sviluppo di nuovi protocolli e infrastrutture per la gestione sostenibile e il benessere a lungo termine dei cetacei».

L’arrivo dei delfini, dice Monica Barnaba, medico veterinario, «è previsto a metà 2026. Per le specie destinate a venire qui, ci sarà un primo percorso di adattamento nelle strutture che attualmente le ospitano, poi un secondo percorso di avvicinamento al nuovo sito di destinazione e, infine, un terzo finale una volta giunte nel rifugio protetto». In particolare, è stato spiegato «il San Paolo Dolphin Refuge» si pone l’obiettivo di fornire un rifugio naturale e cure, nelle migliori condizioni possibili, ai delfini ed è composto da strutture realizzate sia all’interno dell’area marina in concessione che presso il centro Ketos». Saranno presenti delle grandi vasche naturali in mare, 40x40m, formate da banchine galleggianti per ospitare i delfini a cui si aggiunge una vasca veterinaria, con sistema di sorveglianza h24 attraverso telecamere e sensori per monitorare parametri ambientali. L’area protetta puo’ ospitare sino ad un massimo di 17 delfini, ma quelli ospitati saranno meno per consentire loro le migliori condizioni possibile. Oltre alla parte a mare, sulla terraferma, al primo piano di Palazzo Amati sara’ posizionata la control room del «San Paolo Dolphin Refuge» e ci sarà un’area dotata di tecnologie innovative volte al monitoraggio, finanziate dalla Fondazione Con il Sud. Nella Control Room convergeranno tutte le informazioni provenienti dalla sensoristica e dalle telecamere posizionate in mare; le informazioni vengono processate real time consentendo di effettuare le scelte operative e la gestione delle eventuali criticità. Nei nuovi spazi dell’immobile sarà inoltre allestita una grande biblioteca del mare dedicata proprio a volumi sul tema marino. Per Marco Imperiale, direttore generale di Fondazione con il Sud, «abbiamo creato, attraverso due progetti, un ecosistema terra- mare. A terra, in particolare, abbiamo creato l’hub di accesso al mare. A Taranto abbiamo costruito qualcosa che sembrava impossibile. Il Comune di Taranto ha messo a disposizione il bene, ovvero Palazzo Amati, e noi abbiamo accompagnato lo sviluppo dell’iniziativa».

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