A Roma è il giorno dell’ex Ilva con Urso, Emiliano e sindacati

Giornata cruciale quella di oggi per il siderurgico di Taranto. Dopo la decisione di Acciaierie d’Italia di mettere alla porta 145 ditte dell’appalto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrerà il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ed i rappresentati dei sindacati metalmeccanici.

Non solo è sul tavolo il futuro di circa duemila lavoratori che, lunedì scorso, si sono ritrovati con il badge disattivato e, quindi, senza lavoro, ma anche la sopravvivenza stessa della produzione siderurgica a Taranto e, di conseguenza, in Italia.

È molto probabile che i sindacati chiedano al governo di prendere in mano la governance della fabbrica, facendo quello che non si era stati in grado di fare a maggio, prorogando di un anno l’aumento di bilancio che avrebbe reso lo Stato l’azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia. Secondo Franco Rizzo, coordinatore Usb Taranto, i tempi adesso sarebbero maturi.

«L’amministratore delegato di Adi procede indisturbata nonostante le indicazioni e i numerosi appelli della politica – sostiene-. I suoi comportamenti dimostrano che questa gestione non è mirata né al rilancio della fabbrica, tanto meno alla tutela dei lavoratori e dell’ambiente, ma unicamente a rappresentare gli interessi economici della multinazionale. Ora – conclude Rizzo – alla vigilia del primo incontro in sede ministeriale con il nuovo Governo, se l’esecutivo vuole aprire una discussione vera, deve farlo affrontando tutta la questione nella sua interezza e mettendo sul tavolo proposte e disponibilità a trovare soluzioni reali rispetto alle varie criticità, dall’appalto ai lavoratori ex Ilva in AS in cassa integrazione ormai da anni, per finire alla sicurezza sul lavoro e alla difesa dell’ambiente».

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