Ischitella è un piccolo comune del Gargano, famoso soprattutto per essere la patria di Pietro Giannone, ma la sua piccola comunità è un punto d’incontro di varie popolazioni, soprattutto dell’est europeo. In questi giorni d’immagini belliche, trasmesse dalle televisioni, a Ischitella è scoppiata la pace. Nel piccolo comune vive una donna ucraina e due russi, ma non si fanno la guerra. Anzi, entrambi, condannano ogni forma di violenza, anche se i due cittadini russi, evitano di rilasciare dichiarazioni pubbliche di condanna alla politica di Putin. Più loquace l’ucraina, Kliain di 63 anni, anche perché preoccupata per la sua famiglia rimasta lì. «Mia figlia, sebbene incinta, è andata in Ucraina per prendere gli altri suoi figlie tornare in Italia, ma è rimasta bloccata dalla guerra. Ora si trova a Cernovcy, città di trecentomila abitanti e la guerra è arrivata pure lì, tanto che la città, poco distante, di Kolomya è stata bombardata».
Il suo pensiero è anche per i tanti giovani che hanno deciso di arruolarsi per difendere lo stato ucraino. «Mio genero si è arruolato per difendere Zelensky. È andato in guerra per il suo Paese, mentre Putin vuole solo invadere l’Ucraina, ma a noi non serve che lui ci liberi. Siamo in contatto con i nostri familiari e siamo molto preoccupati, mia figlia tra l’altro è italiana, figlia di un italiano, e mi ha riferito che sono state uccise più di cento persone, quindi l’aiuto che ci vuole dare Putin è quello di metterci tutti sotto terra».
La signora ucraina è sposata con un italiano di origine veneta e vivono da sei anni a Ischitella, dove dice di trovarsi molto bene per il clima e la gente.
«La guerra che ha scatenato Putin è una cosa vergognosa, diceva prima che eravamo tutti fratelli, adesso non lo siamo piu?», si chiede arrabbiata e sconfortata. «Putin adesso viene a uccidere i loro fratelli, mentre prima diceva che volevano aiutare la regione del Donbass, che c’entriamo noi? Noi non abbiamo chiamato Putin, noi abbiamo chiamato l’Unione europea per aiutarci, lui non viene per aiutarci, ma per uccidere».
Poi lancia il suo appello «Speriamo che l’Unione europea ci aiuti non possiamo competere contro Putin ,ma non possiamo neppure avere a che fare con lui, noi siamo già liberi e non abbiamo bisogno di essere liberati da lui. Putin non so che ha in testa, cosa desidera, nessuno l’aveva chiamato, noi stavamo bene».