A Conversano il rito della Gran Loggia d’Italia, i massoni aumentano in Puglia: «Non parliamo di politica»

Oltre 300 fra fratelli e sorelle pugliesi si sono incontrati nel fine settimana a Conversano per il solstizio d’estate, uno dei quattro riti principali dell’obbedienza massonica celebrato dalla gran loggia d’Italia a parco dei Manieri, masseria sulla via per Putignano. Rigorosamente incappucciati, i seguaci hanno partecipato al rito finalizzato ad apprendere principi e insegnamenti dell’organizzazione.

In Italia il movimento massonico conta 7mila affiliati, 500 logge sparse in 156 città, ma anche all’estero. «La Puglia – spiega il gran maestro Luciano Romoli – sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra organizzazione, la seconda a livello nazionale».

Fondata nel 1908 la Loggia d’Italia degli A.L.A.M. (Antichi Liberi Accettati Muratori) ha visto fra i suoi iscritti personaggi del calibro di Totò, Johnny Dorelli e Gino Cervi. Oggi la massoneria viene spesso etichettata in negativo con riferimento alla loggia P2. «Non è così – spiega Romoli – La P2 era un’organizzazione nata nell’ambito della guerra fredda con obiettivi politici e militari. Nei nostri templi, invece, non si parla di affari, politica e religione. Scontiamo l’ostilità della Chiesa cattolica con la scomunica del 1738, ma il nostro cammino è coerente con i nostri valori». Quali? «Nei nostri templi svolgiamo un lavoro iniziatico con un metodo simbolico in un contesto esoterico in cui i simboli sono parte del nostro percorso. Sono principi che la persona applica in proprio per migliorarsi, uscire dal pensiero unico e dai conflitti dei nostri tempi. Un vero e proprio umanesimo che provoca attraverso i simboli la sollecitazione ad una ricerca interiore».

In questo scenario, la segretezza sembra un requisito imprescindibile. «Non c’è segretezza, piuttosto la segretezza per i nostri iscritti. Ci sono persone che appartengono a tutti i ceti sociali, professionisti, donne, ma soprattutto giovani. Più della metà dei nostri elenchi sono formati da giovani che apprezzano la massoneria per l’assenza di condizionamenti politici, ideologici e religiosi». La massoneria è cambiata, ma è rimasta fedele a un principio: «Da 6mila anni – conclude Romoli – il nostro credo è sempre lo stesso, cioè valorizzare l’uomo. Nel ‘700, la nostra missione era affermare la libertà fisica dell’individuo, nell’’800 la libertà di pensiero, nel ‘900 quella di voto. Oggi, invece, puntiamo a liberare l’uomo dalle sovrastrutture che la globalizzazione e il profitto stanno creando».

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