«Questo lavoro di squadra è una normalità che diventa eccezionale: questa volta i numeri sono enormi. Stavolta il salvataggio in mare ha messo in pericolo non solo i migranti ma anche i nostri operatori». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che questa mattina si è recato a Brindisi per verificare le operazione di accoglienza dei 339 migranti arrivati in porto intorno alle 7 a bordo della nave Geo Barents di Medici senza frontiere, salvate nel mar Mediterraneo su un peschereccio alla deriva nelle acque internazionali vicino Malta.
La prima assistenza sanitaria ai migranti è stata garantita dal servizio di Emergenza urgenza della Asl di Brindisi: ad accoglierli come Pma, posto medico avanzato, due strutture con 28 posti letto complessivi e un’équipe di tre medici, otto infermieri e dieci soccorritori. Presenti anche due ambulanze della Asl.
Circa cento volontari della Protezione civile pugliese hanno garantito supporto e assistenza a tutte le forze dell’ordine coinvolte nell’attività di accoglienza, programmate in stretta collaborazione con le istituzioni locali durante gli incontri avvenuti in Prefettura nei giorni scorsi.
«La cosa che dispiace – ha sottolineato Emiliano – è non riuscire a mettere a punto un sistema che eviti questo tipo di arrivi. Un sistema che avevamo messo a punto molti anni fa con i nostri fratelli e sorelle dell’Albania e che era molto più semplice, quando ci rendemmo conto che bloccare le partenze era impossibile, bisognava regolarle e consentire che il viaggio non fosse più un reato. Se è un reato, lo consegni alle organizzazioni criminali», ha affermato il presidente della Regione Puglia aggiungendo che «per battere gli scafisti, bisogna fare in modo che partenze e arrivi non siano un reato, realizzando la profilatura dei lavoratori che servono e concedendo a queste persone il tempo necessario sul territorio nazionale per verificare se riescono a rimanere essendoci un bisogno lavorativo e una possibilità di integrazione. Tutto questo crolla sulla legge Bossi-Fini che rende il viaggio una merce per scafisti e poi bisogna salvare delle vite in mare, mettendo a repentaglio anche i soccorritori. È difficilissimo trasbordare quasi quattrocento persone, con mamme, bambini, persone deboli o ammalate, da una nave alla deriva nel mare in tempesta sulla Geo Barents, e meno male che era lì. Così rischiano la vita tutti», ha concluso.
Il presidente Emiliano ha ringraziato la Prefetta Michela La Iacona, gli operatori impegnati nelle varie attività, ed è poi salito a bordo della nave Geo Barents per ringraziare anche tutti i volontari di Medici senza frontiere.
Sul molo di Sant’Apollinare, questa mattina, ha seguito tutte le operazioni anche il presidente del Comitato regionale per la Protezione civile Maurizio Bruno: «Voglio sottolineare la disponibilità all’accoglienza di tutto il territorio brindisino e della sua comunità, che aveva già dato prova di sensibilità e umanità negli anni ’90 con gli albanesi. È un punto di forza di questa terra».
Per il Commissario straordinario della Asl di Brindisi, Giovanni Gorgoni, «rispetto allo sbarco della nave di Emergency abbiamo raddoppiato lo sforzo con due ospedali da campo da 14 posti letto l’uno. Per alcuni migranti è stato disposto il trasferimento al Perrino, nel modulo Covid del Pronto soccorso, o nei singoli reparti».
Il direttore del 118, Massimo Leone, ha sottolineato che «sono stati visitati 21 migranti, dei quali sei sono stati portati al Perrino. Tre sono risultati positivi al Coronavirus e rimarranno nella zona Covid del Pronto soccorso fino a negativizzazione; uno presenta una frattura alla mano e un altro problemi neurologici agli arti inferiori: entrambi sono in attesa di ricovero. Il sesto, invece, dopo esami radiologici negativi per sospetta frattura è stato dimesso e riportato nella zona di sbarco».