«In questo momento va fatta una politica di protezione dei fragili, perché non penso che vi sia una accettabilità sociale per una politica di distanziamento spinto. Finora abbiamo fatto finta per la seconda o terza volta che tutto fosse finito. Io penso che il dato politico è la protezione dei fragili». Lo ha detto il microbiologo, accademico e divulgatore scientifico, Andrea Crisanti, ospite a Bari del convegno in Ateneo dal titolo “Lo strano caso Covid, prevedere l’imprevedibile”, organizzato dalla Federazione Cisl Medici Puglia e Bari, in collaborazione con Cisl Università Bari, Ust Cisl Bari ed Usr Cisl Puglia.
Secondo Crisanti, poiché questo virus ha «una capacità di infettare molto più elevata e abbiamo una popolazione che progressivamente diventa più suscettibile perché si allontana dal momento della vaccinazione, la quarta dose sicuramente dovrà essere fatta a tutte le persone vulnerabili». Inoltre «la mascherina protegge sempre, quindi i fragili se la dovrebbero mettere sempre e anche coloro che accudiscono i fragili». Ancora, secondo Crisanti, «ai fragili che sono in età da lavoro bisognerebbe dare la possibilità di lavorare a casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro, cosa che non è stata fatta, errore gravissimo».
La protezione dei fragili è una priorità anche per Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici e della sezione di Bari: «La nostra preoccupazione sono i fragili, oggi la nostra libertà ci costa duemila morti al mese, ha detto.
Secondo Anelli con «l’allentamento delle misure di protezione individuale, se tutti togliamo le mascherine e liberamente ci baciamo, ovviamente il virus circola. Quindi questa nostra libertà si deve coniugare con il senso di responsabilità dei cittadini, una coscienza che andrebbe maggiormente stimolata».
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Anelli ha detto che «questa nuova variante sta colpendo tutti, ma per fortuna abbiamo un effetto protettivo legato alla vaccinazione, perché il 90% dei cittadini ha fatto il ciclo primario quindi abbiamo in memoria nel nostro organismo cellule che riescono a produrre anticorpi e a ridurre le conseguenze della malattia. In più questo è un virus molto più benevolo di quello delle prime due ondate e questo ci fa stare un po’ più tranquilli».