25 aprile, Decaro: «Senza parole chiare si stravolge la storia. Eco a Scurati». Leccese: «Rammaricato da assenza centrodestra»

«Il nostro obiettivo non è fare la conta delle vittime, bensì riaffermare il senso di una storia che purtroppo si rischia di stravolgere se non si ha la volontà di dire parole chiare su quanto accaduto». Così il sindaco Antonio Decaro, durante le celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione nazionale, al Sacrario dei caduti d’oltremare di Bari.

«Questa – continua – dev’essere per tutti la condizione per ritrovarsi uniti nell’intento di pacificare un Paese che oggi deve ritrovare la sua unità nei valori democratici e repubblicani in un’Europa fortemente indebolita da una guerra che ormai va avanti da più di due anni. Una guerra drammatica, feroce e assurda come tutte le guerre che in questo momento continuano a funestare il pianeta».

Decaro ha poi letto alcuni passaggi del discorso che Antonio Scurati avrebbe dovuto tenere durante una trasmissione della Rai: “Finché quella parola antifascismo – scrive Scurati – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

«Finché – aggiunge Decaro – noi saremo cittadini liberi di ritrovarci nelle celebrazioni del 25 aprile, continueremo a testimoniare il nostro impegno per garantire a tutti, sempre e ovunque, il pieno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».

25 aprile, Leccese: «Rammaricato dall’ assenza del centrodestra»

«Non posso nascondere il rammarico per l’assenza di rappresentanti del centrodestra alla cerimonia di questa mattina a Bari. La Liberazione è una festa di tutti gli italiani. Chi se ne dimentica permette al fascismo di minare le basi dei valori democratici su cui è stata fondata la nostra Repubblica». Così il candidato sindaco alle Comunali di Bari, Vito Leccese a margine delle celebrazioni per il 25 aprile.

Leccese si unisce poi alle parole del sindaco Decaro che ha citato Scurati e conclude: «L’antifascismo non è un tema di cui discutere. È nel Dna della nostra Repubblica democratica. Chi crede nella Costituzione, a maggior ragione, crede nel valore del 25 aprile»

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