Questa sera inizia la settantaduesima edizione del festival di Sanremo e verranno svelati i brani in gara. Uno degli artisti in gara è Yuman che, con il suo brano “Ora e qui”, promette di conquistare tutti. Dopo la vittoria di Sanremo Giovani con “Mille notti”, che lo ha portato tra i 25 big in gara, il giovane cantante romano proporrà una versione personale dell’iconico brano di Frank Sinatra “My way”.
Mancano poche ore alla sua esibizione, che emozioni prova?
«Una forte adrenalina. Sento molte emozioni positive e non vedo l’ora di sfogarle sul palco».
Ha avuto un inizio di carriera importante, trovandosi in gara con vere e proprie leggende della musica italiana nonostante il poco materiale da lei rilasciato fino a ora…
«Sì, è disponibile poco più di un album, qualche singolo. Partecipare a questa edizione di Sanremo è per me un enorme onore, specialmente perché ho l’opportunità di mettermi a confronto con artisti di un certo livello».
Di cosa parla “Ora e qui”?
«Il tema principale è quello di saper cogliere la felicità e di godersi gli attimi brevi senza farseli sfuggire. Parla anche di immortalità e del presente, che è ciò che ci rende vivi».
La sua partecipazione a Sanremo è il primo tassello di una carriera che si prospetta importante. Cosa avverrà dopo?
«Uscirà un Ep, che conterrà anche il brano in gara. Spero anche di fare molti concerti e che quindi venga superata questa fase senza live perché abbiamo tutti raggiunto il limite».
Parlando della serata delle cover, porterà un brano piuttosto importante. Come è arrivato a questa scelta?
«Credo sia la canzone per eccellenza. L’idea è venuta a Francesco Cataldo, il mio producer che un giorno si è girato verso di me, mi ha guardato e detto: “Portiamo My way”? È subito stato un colpo al cuore. Insieme a me ci sarà Rita Marcotulli che è una delle più importanti pianiste in circolazione».
Guardando le edizioni precedenti del festival, qual è la canzone a cui è più affezionato?
«Probabilmente “Soldi” di Mahmood. Ha iniziato una rivoluzione e fatto da apripista per tutti gli artisti emergenti che vedevano la kermesse un punto d’arrivo».