Xylella, Coldiretti: altri 39 ulivi infetti a Monopoli e Polignano

Sono 30 gli ulivi infetti da xylella a Monopoli e 9 a Polignano a Mare, al terzo monitoraggio avviato a maggio 2022. In meno di due mesi ritrovate 59 piante malate.

È quanto riferisce Coldiretti Puglia, sulla base dei dati di Infoxylella, in seguito all’aggiornamento del cruscotto del sito istituzionale “Emergenza Xylella” della Regione Puglia. Trentuno piante malate si trovano in zona cuscinetto, precisano da Coldiretti, in tre focolai già segnalati, più la presenza di uno nuovo a Monopoli. A Polignano, poi, 8 ulivi infetti, con il controllo non ancora ultimato.

«Sulla base di quanto emerge dalla analisi statistiche condotte dagli enti di ricerca – si legge in una nota di Coldiretti Puglia – va aperta una responsabile valutazione circa quanto imposto dal regolamento comunitario approvato il 14 agosto 2020. Regolamento – continua – che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l’area buffer ovvero il raggio dell’area focolaio intorno alle piante trovate infette e soggette a taglio obbligatorio per sottrarle all’azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina».

«Se la sputacchina cammina fino a 400 metri in una stagione, l’area buffer di 50 metri – riferiscono da Coldiretti – risulta decisamente insufficiente a contenere il rischio contagio, quindi si ottiene solo un’azione di rallentamento della diffusione, non certo l’estinzione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche».

«La diffusione della Xylella Fastidiosa – conclude la nota – potrebbe costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro – sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana Pnas (Atti della accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti d’America) sulla valutazione dell’impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna».

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